Erba boccia i nomi strani
Vietato Venerdì

In Comune chi presenta nomi strani deve fare i conti con la segnalazione in Procura

ERBA Vietato chiamarsi Venerdì, ma anche Ippazio, Davida, Olao, Alberino e Fatta rischiano di non essere più nomi proponibili per i propri figli. Una sentenza della Corte di Cassazione ha impedito a una coppia di genitori di dare nome al proprio bambino Venerdì, motivazione: il nominativo richiama il personaggio del libro “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe, quindi ricorderebbe uno schiavo. La sentenza pone però l’attenzione anche su un problema di valutazione, lo stato civile dei comuni infatti può approvare o meno dei nomi interpretando la legge vigente che dice: «È vietato imporre al bambino lo stesso nome del padre vivente, di un fratello o di una sorella viventi, un cognome come nome, nomi ridicoli o vergognosi». I nomi “erbesi” Davida, Alberino, Ippazio? Agli uffici dello Stato civile di Erba: «Se ci chiedono d’assegnare nomi come questi ne parliamo con i genitori e avvertiamo la Procura della Repubblica che si deve pronunciare a riguardo – spiegano -. Fortunatamente gli erbesi ultimamente non presentano nomi di questo tipo, anche per noi poi è difficile davanti a due genitori suggerire di non dare un nome. Alla fine comunque la decisione non spetta a questi uffici».
Ora in città va di moda usare i nomi antichi «come Adelaide, Virginia, Adele, Maria, Laura.Tutto tranquillo comunque».
L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI IPPAZIO
Come si sta a chiamarsi Ippazio o Davida? Bello, o comunque normale per chi porta in giro per la città il nome di un vescovo santo o ha riconquistato con gli anni la scelta della nonna paterna. In due nomi così particolari, si nascondono in realtà scelte semplici all’interno di storie magari complesse.
«Ippazio è il nome di un vescovo divenuto santo – spiega Antonia Maglie, moglie dell’erbese d’adozione Ippazio Longo -. Noi arriviamo da Tricase in provincia di Lecce, il paese di Tiggiano a due chilometri dal nostro ha Sant’Ippazio come patrono».
Com’è per suo marito vivere da Ippazio? «Molti gli chiedono dove ha trovato questo nome, noi ci sbrighiamo a raccontare la storia del santo. In alcuni casi bisogna dirlo più volte a chi scrive, magari per i documenti. Come soprannome, per semplicità, mio marito è chiamato “Pati”».

Giovanni Cristiani

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