Erba: per i restauri
meglio le "muratrici"

Ragazze tra i venti e i trent'anni, uscite dalle accademie di belle arti, impastano il cemento e rifiniscono i muri

ERBA Non tutti gli uomini sanno più fare i muratori di qualità: alcuni non curano le finiture come si dovrebbe; così il lavoro classificato forse come tra i più maschili apre alle donne. Si chiamano restauratrici, ma si può leggere anche «muratrici»: nel senso che tra i loro compiti, che dovrebbero essere quelli per così dire più di fino, emerge invece anche la parte più prettamente edile, di costruzione vera e propria, insomma. Può sembrare strano vedere ragazze tra i venti e i trent’anni impastare il cemento, o rifinire un muro; in realtà - almeno in alcuni casi - sta diventando la norma. Gran parte delle allieve uscite dalle accademie di belle arti quando serve appoggiano il pennello e i colori per il restauro degli antichi affreschi, e si mettono a trasportare cemento e impilare mattoni. A occuparsi di muri, betoniera, badili e sacchi di malta - per preparare i muri al restauro vero e proprio - sono Ilaria Vannini, ventotto anni, e Barbara Bargna, venticinque. «Io ho una grande passione per questo lavoro; però devo ammettere che ci sono anche dei passaggi abbastanza pesanti», spiega la canturina Bargna. Alla fine ti deve piacere per forza, non sono molti i lavori tra cui scegliere. Dipende poi dal tipo di compito. Di base ci deve essere in ogni caso una grande passione per il restauro».  Tra le opere curate dalla venticinquenne di Cantù, anche il monumento ai Caduti di Como.

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