Esercito di comaschi con la pistola
Ma molti la usano solo per sport

In provincia 12mila persone hanno il porto d'armi. Nostro reportage dal poligono di tiro, dove i segreti per fare centro sono levità e concentrazione. Bandine, invece, rabbia e violenza

Como, Lecco e Milano: lo chiamano il "triangolo armato". La ragione? L’esercito di porto d’armi, oltre 12 mila nel Comasco. Pochi giorni fa la notizia del pensionato di Albavilla che per mettere in fuga i ladri ha esploso tre colpi. Tutto questo fa rima con quanto succede nel resto del mondo: il sindaco di Verona Flavio Tosi è pronto a sparare a chi viola il suo domicilio, un distretto scolastico del Texas ha detto di sì agli insegnanti armati.
Scatta la difesa fatta con le proprie mani. All’armi, dunque. «Le armi - spazza il campo da equivoci Alberto Chiodini, 60 anni, vicepresidente del poligono di Como, apprezzato anche da Giuseppe Garibaldi - non causano incidenti da sole. È pericoloso chi le maneggia». Le parole di Chiodini duettano con i colpi di pistola di grosso calibro sparati nel poligono di tiro a 25 metri. I volti non sono da esaltati: gli sguardi sono fissi sui bersagli, perché per centrare la "mosca", il cerchio nero stampato nel mezzo del barilotto, ci vuole concentrazione: non servono scatti di nervi, ma sfiorare appena il grilletto tenendo la mano ferma.

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