Federalismo mancato
Azzerata la Cri comasca

La presidente sul commissariamento: "La Croce Rossa non è il Comitato Centrale"

Il Comitato provinciale della Croce Rossa è stato commissariato con beffa: il provvedimento assunto da Roma non solo non saluta, né ringrazia presidente e consiglieri che, da volontari con i volontari, in tutti questi anni hanno lavorato. Ma «gradisce l’occasione per formulare al commissario i migliori auspici per un sereno e proficuo lavoro», il quale lavoro consiste anche nel prendere 30.000 euro dalle casse Cri comasche e girarli a Roma. È di nuovo nel marasma la Croce Rossa, tra rivolta e solidarietà, entrambe collocate in un’unica cornice, “la questione settentrionale”, quella che non vuol più tributare a fondo perduto risorse  frutto del proprio lavoro e della generosità della propria gente. A meno che abbia, in cambio, garanzie di trasparenza dei bilanci e di lotta agli sprechi.
Il commissariamento è la conclusione di una lunga vicenda iniziata l’anno scorso, quando il Comitato centrale ha chiesto ai comitati locali un «contributo di solidarietà» per ripianare un buco di 21,8 milioni di euro. E i gruppi del territorio, dapprima, all’unanimità si sono ribellati: prima di sborsare 5.000 euro ciascuno, chiedevano informazioni su bilanci, attività, dipendenti, emolumenti del Comitato Centrale e rassicurazioni sulla svolta di un ente di diritto pubblico che è rimasto commissariato per quindici anni, gestito tra molte ombre e qualche scalpore.

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