Freccia nera a San Giovanni
Saltano il treno e pure i nervi

Altro che alta velocità: a Como l’orario invernale moltiplica i ritardi
Guasto al convoglio delle 7.42. E i pendolari non arrivano al lavoro

I pendolari lariani già lo chiamano Freccia Nera, quel treno regionale che prendono ogni mattina dalla stazione di Como San Giovanni e che dovrebbe arrivare a Milano. Perché ritardi sulla linea che unisce la Svizzera al capoluogo lombardo - e persino cancellazioni improvvise dal tabellone delle corse - sono l’altra faccia della medaglia del Freccia Rossa, il presunto missile dell’alta velocità su cui puntano le Ferrovie dello stato. Ed entrato in servizio in concomitanza con il nuovo orario invernale, in vigore dal 14 dicembre. Ma a Como sono bastati soltanto pochi giorni per far esplodere la protesta. Soprattutto da parte di un centinaio di pendolari, alle prese con le conseguenze negative della riorganizzazione delle corse, piovute a cascata sui convogli più tradizionali. I viaggiatori sono esasperati: dopo i ritardi registrati lunedì e martedì, è arrivata l’infausta sorpresa di ieri mattina, mercoledì. Il caso limite è il treno regionale 10845, che non si è nemmeno presentato al binario per un «guasto alla vettura pilota» (reso noto solo nel tardo pomeriggio). Doveva partire alle 7.42. Ma all’ultimo momento è stato soppresso, e chi doveva essere in Centrale per le 8.25 non è arrivato in tempo. Si è trovato costretto ad aspettare la partenza del treno successivo, mezz’ora dopo. Per molti, la giornata programmata in base agli orari dei treni è stata bruscamente modificata. E qualcuno ha dovuto persino attingere ai permessi contrattuali per poter entrare al lavoro.
Alle 7.35 i pendolari stanno con il naso all’insù, nell’atrio della stazione di Como San Giovanni. A vedere il tabellone degli orari girare, con una certa tensione. Di certo nessuno si aspettava di veder comparire l’indicazione «soppresso», per il treno previsto pochi minuti dopo. Tra mugugni e malumori, decine e decine di persone si sono ritrovate a inveire contro le ferrovie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA