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Sabato 07 Giugno 2008
Gli artigiani vedono la crisi
Crollano produzione e ricavi
Nei primi tre mesi del 2008 il giro d'affari delle piccole imprese è calata del 3%. In difficoltà anche il tessile con una frenata del 3,8%. Leggi l'intervista al segretario di Confartigianato, Giorgio Colombo
Como - Sensibile calo della produzione per il settore artigiano comasco. I dati, spietati, mostrano come l’andamento positivo del biennio 2006-2007 sia ormai un triste ricordo e il rallentamento un’amara realtà: il calo dei primi tre mesi 2008 è stato del 2,5%. Le aziende lariane che segnalano flessioni produttive aumentano dal 25% al 42%, con una variazione negativa del 17%. E proprio quel saldo tra segnalazioni di aumento e di diminuzione della produzione, importante per capire la vitalità del mercato, fa registrare un preoccupante -20% dopo un 2007 passato interamente col segno più. Una crisi che comunque non tocca solo il comasco, ma che anzi si fa sentire con ancora più forza in buona parte della Lombardia, tant’è che il calo produttivo medio a livello regionale fa registrare addirittura un -2,68%. A Como va segnalato che il rallentamento produttivo ha riguardato tutte le classi dimensionali. In particolare i beni di consumo e quelli intermedi hanno registrato un sensibile calo produttivo, a differenza dei beni di investimento, rimasti sostanzialmente in linea col periodo precedente con un minimo calo dello 0,17%. Passando all’analisi dei settori che contraddistinguono il mondo dell’artigianato, i dati evidenziano un calo vertiginoso nel campo del tessile. La perdita nei primi tre mesi dell’anno è di quasi il 10% della produzione, precisamente il 9,92%. A seguito troviamo il comparto alimentare che lascia per strada oltre il 5% e quello catalogato sotto pelli-calzature che subisce una perdita di quasi 4 punti percentuali (-3,92%). Rilevante per l’importanza nel mercato lariano il rallentamento complessivo del tessile che registra un pesante -3,75%. Migliore, nonostante sia comunque caratterizzata da segno negativo, la situazione dei settori del legno-mobile e della gomma-plastica che contengono la flessione all’interno di un punto percentuale, attestandosi rispettivamente al -0,57% e -0,81%. Passando ad ulteriori analisi i dati ci mostrano come l’utilizzo degli impianti esistenti sia andato anch’esso peggiorando negli ultimi mesi. Essi vengono sfruttati solamente per il 65% delle loro effettive capacità. Un distinguo va precisato per quanto concerne il fatturato del settore artigiano. Se infatti quello totale registra una diminuzione del 3% su base annua, l’effettivo calo si concentra nel fatturato interno che perde circa il 3,5%, mentre quello estero si ripropone sui livelli dell’anno precedente, con un minimo incremento dello 0,33%. Per concludere, alla fine di marzo si attestano a 41 le giornate di lavoro assicurate, dunque il portafoglio degli ordini inevasi ha registrato una crescita rispetto all’ultimo trimestre del 2007. Che fare allora di fronte a questi dati che illustrano una situazione di grave difficoltà per il comparto artigiano? Guardare con fiducia al futuro è la risposta che si danno gli operatori. Infatti le previsioni continuano nonostante tutto ad essere ottimistiche e si prevede una crescita produttiva trainata da un aumento della domanda, sia interna che estera. Se ciò dovesse compiersi è lecito anche aspettarsi buoni risultati dal punto di vista occupazionale con possibilità di nuove assunzioni.
Andrea Tarragoni
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