Gli artigiani allo scontro con la Cgil
"Sciopero antistorico, basta dialogo"

Gli artigiani comaschi vanno allo socntro con la Cgil. Motivo della polemica la proclamazione dello sciopero per venerdì 12 contro la crisi e le misure del governo per far fronte alle difficoltà. Gli artigiani: inopportuna. La Cgil: misure insufficienti

E’ scontro tra Cgil e Cisl. Ma è scontro, durissimo, anche fra Confartigianato e Cgil. Sullo sfondo della polemica l’annunciato sciopero generale contro la crisi di venerdì prossimo. Così se Amleto Luraghi, segretario generale Cgil, invita tutti i lavoratori a partecipare alla giornata di protesta, dall’altra replica Claudio Ramaccini, che invece sottolinea «che la Cisl non chiede l’astensione dei lavoratori dalla mobilitazione ma semplicemente non invita ad aderire». Più secca e decisa la replica degli artigiani: «È una pretesa, in perfetta solitudine sindacale, che si infrange contro posizioni antistoriche. Gli artigiani spingono per mantenere il giusto rapporto fra le piccole imprese e i loro collaboratori ma purtroppo, e oggi è ancora così, la Cgil ha sempre la necessità o la voglia di distinguersi». Cornelio Cetti, leader degli artigiani comaschi, sventola un foglio di carta: «Siamo ancora in attesa di sottoscrivere un nuovo protocollo di intesa fra le parti, le associazioni sono d’accordo, Cisl e Uil anche, solo la Cgil dice no. A questo punto - è la sentenza di Cetti - noi risponderemo alla richiesta di un confronto sulla situazione del tessile comasco, ma ci incontreremo con Cisl e Uil. Non con la Cgil». E rincara ancora: «Non riesco a capire che cosa significhi scioperare contro la crisi, contro un momento economico molto delicato - spiega Cetti - che invece dovrebbe spronarci a serrare le fila e tutti insieme andare nella stessa direzione per garantire maggiore lavoro, più produzione, meno dispersione di energie e di risorse». Le telefonate che arrivano al centralino della sede di Confartigianato sottolineano tutte la stessa considerazione. La sintetizza Giorgio Colombo, segretario generale: «Sono considerazioni di stupore. E tutte lanciano una sfida secca ai sindacalisti Cgil: provate voi a condurre un’azienda, dieci dipendenti, con gli stessi vincoli e limiti, con le stesse regole - sottolinea Colombo - e fatela restare sul mercato in maniera stabile. Se ci si riesce siamo i primi ad ammettere di aver sbagliato tutto finora, e faremo un passo indietro. Ma non credo proprio sarà una sfida che verrà raccolta». Sotto accusa anche gli annunci del volantino Cgil dove si fa riferimento alla richiesta di «più salari». «Sì, ma pagati da chi? - risponde Cetti - Forse da quegli stessi imprenditori che lo sciopero andrà a danneggiare? Ma per favore...». E chiude, Cetti, con un «consiglio», diretto alla Cgil: «Come Confartigianato - spiega - consigliamo alla Cgil di svolgere al meglio il proprio lavoro di tutela sindacale. Solo così, a nostro modo di vedere e solo nel rispetto dei ruoli, potremmo lavorare ancora insieme». Una critica che solo qualche ora prima aveva rilanciato anche la Cisl: «Non ci sono le condizioni per uno sciopero generale», ha detto Mario Piccinelli, segretario Cisl. E rimanda alle assemblee dei lavoratori nelle fabbriche la risposta ufficiale. Amleto Luraghi, segretario Cgil tenta di spiegare: «Siamo soli per evidenti difficoltà - spiega -. Nessun atteggiamento pregiudiziale dalla Cgil. Tanto che il governo finalmente ha preso in considerazioni le nostre proposte». Ed è nei quasi 5mila lavoratori in cassa integrazione che la Cgil trova la giustificazione dello sciopero generale. «L’aumento crescente dei lavoratori in cassa integrazione ordinaria e delle aziende in crisi, a Como, è destinato ad aumentare» ha spiegato Luraghi. «Ci sono settori, come il metalmeccanico, il tessile e il chimico che presentano un quadro allarmante. La risposta data dal governo alla crisi non è stata sufficiente». A cominciare, secondo Luraghi, dalle misure «una tantum» come il bonus fiscale. E il contrasto della Cgil con il governo è sul fronte del decreto anticrisi. «Sei miliardi - ha spiegato Luraghi - non sono sufficienti. È quanto è stato dato per la sola Alitalia». Il tema degli ammortizzatori sociali è il più urgente, anche in relazione alla crescente difficoltà dei lavoratori interinali e atipici. «Le risorse per gli ammortizzatori in deroga non bastano se si pensa che i contratti atipici, il 70% a Como, sono i primi a saltare. Per questo - annuncia Luraghi - speriamo in almeno 2.500 persone allo sciopero di venerdì». La mobilitazione generale, a Como sarà estesa a 8 ore. La partenza è da via Milano, per le 10.

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