Il testamento di Teresa Rimoldi:
"Il Sant'Anna è il mio erede"

Il lascito della benefattrice consentì la realizzazione del vecchio ospedale. Nessuna clausola o vincono su eventuali future destinazioni dell'area

COMO «Nomino ed istituisco mio erede il civico ospedale diSant’Anna inComo». La nobildonna comasca Teresa Rimoldi, nel testamento pubblico del 9 marzo del 1924, lasciò l’intero patrimonio (oltre 2 milioni di lire di allora e un terreno di oltre 100mila metri quadrati ai piedi delBaradello) al nosocomio cittadino, dando così un impulso decisivo alla costruzione del nuovo Sant’Anna. Nata nel 1840, era ormai cieca e sentiva che i suoi giorni stavano volgendo al termine. E infatti si sarebbe spenta pochi mesi dopo, l’11 dicembre dello stesso anno. Affidò le sue ultime volontà al notaio GaetanoMaspero alle 14,20 di un giorno di fine inverno, nella sua casa al primo piano di via Mugiasca 6. Il fatto curioso è che, pur avendo dato disposizioni minuziose relative alla domestica, Teresa Rimoldi non abbia indicato clausole specifiche rispetto alla destinazione dell’ingente patrimonio e dei terreni (un’area di oltre 100.000 metri quadrati comprensiva di terreni coltivati e case coloniche) donati all’ospedale Sant’Anna. Insomma, nel documento non c’è nulla che impedisca oggi, almeno teoricamente, all’Azienda ospedaliera di vendere l’area donata da Teresa Rimoldi nel 1924 per far fronte alle esigenze finanziarie legate alla costruzione del Sant’Anna bis aiTre Camini.

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