Il Sant’Anna risarcisce le vittime di Rumi

Pagati cinque dei sette parenti dei pazienti morti sotto il bisturi del primario. Sborsati 700mila euro

I danni agli eredi dei pazienti caduti - secondo la sentenza di un giudice - sotto il suo bisturi, li ha pagati tutti il Sant’Anna. O, meglio, l’assicurazione dell’ospedale. Eppure lui, il professor Angelo Rumi, chirurgo pavese finito in disgrazia dopo l’arresto nel febbraio 2003 e un interminabile processo a suo carico, terminato con la condanna a cinque anni e quattro mesi per sette omicidi colposi, a quell’ospedale chiede altri soldi.
In attesa della causa di lavoro che, a gennaio, vedrà l’uno contro l’altra l’ex primario e l’azienda ospedaliera di via Napoleona, l’assicurazione del Sant’Anna ha già messo mano al portafoglio. E sborsato finora, per risarcire i parenti delle sette vittime del primario, poco meno di 700mila euro.
La Unipol, la compagnia che negli anni delle morti sospette in corsia era l’assicurazione del Sant’Anna, si è accordata con cinque parti civili, ovvero gli eredi di Adriano Manfredi, morto a 69 anni nell’aprile ’99, di Maria Alvaro, morta a 49 anni nel luglio ’99, di Danilo Provenzi, morto a 80 anni nel settembre 2001, di Fulvio Barbaro, morto a 43 anni nel novembre 2001 (tutti assistiti dall’avvocato Giuseppe Sassi) e di Bruna Scaglia, morta a 76 anni nell’ottobre ’99 (i familiari sono assistiti dall’avvocato Enzo Pacia). All’appello - in quanto non è ancora stato raggiunto un accordo economico - mancano i parenti di Rosa Giudici e di Francesco Scarpino. I legali degli eredi (Elisabetta Tosto per Scarpino, Paolo Camporini e Pierangelo Parravicini per Giudici) non hanno accettato l’offerta - considerata molto bassa - proposta dalla Unipol.
Spiega, in particolare, l’avvocato Tosto: «Diciamo che la proposta che ci è stata fatta è decisamente molto bassa e le posizioni sono ancora lontane». Ma l’accordo non appare cosa impossibile.

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