Impronte, no dell'europarlamento:
"Roma si fermi o è discriminazione"

Il voto di sinistra e liberaldemocratici porta il parlamento di Strasburgo a bocciare l'idea del ministro Maroni di prendere le impronte dei piccoli rom. Il governo s'indigna e maroni promette di andare avanti lo stesso: "E' una battaglia di civiltà"

Era atteso, eppure il no dell'europarlamento ha fatto arrabbiare comunque il governo.
Il Parlamento europeo ha bocciato Roma sull'identificazione dei bimbi rom attraverso le impronte digitali.
"Siamo indignati", ha accusato Maroni; "un voto pregiudiziale e politico", e insieme una "indegna accusa di razzismo" verso il governo, ha aggiunto Frattini.
A Strasburgo è passata la risoluzione presentata dai gruppi del centrosinistra e liberaldemocratici che boccia le misure di emergenza nei campi nomadi italiani.
Da Roma i ministri hanno reagito duramente. Per Maroni  "una parte del Parlamento europeo sfrutta il sentimento di pietà nei confronti dei bambini e delle minoranze etniche per attaccare l'azione di un governo europeo che per la prima volta pone mano a questa situazione di degrado sociale e umano per affrontarla e risolverla nel modo giusto".
Ma l'esecutivo assicura che andrà avanti lo stesso anche se, in seguito, proprio Maroni smorza un po' i toni dicendo che "le impronte digitali per chi vive nei campi nomadi, anche minori, sono uno strumento che viene utilizzato solo in quei casi in cui non sia possibile una identificazione certa attraverso i documenti disponibili".
Nella risoluzione approvata a Strasburgo si esorta l'Italia "ad astenersi dal procedere alla raccolta delle impronte digitali dei rom, inclusi i minori, e dall'utilizzare le impronte già raccolte in attesa dell'imminente valutazione delle misure previste annunciata dalla Commissione, in quanto questo costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l'origine etnica".

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