In Ticino vola la Lega di Bignasca:
«Concorrenza sleale dai frontalieri»

Il movimento "amico" di Bossi ha raggiunto il 25% alle comunali
Nel mirino i patti bilaterali («da abolire») e le tariffe dei padroncini

«Canton Ticino promosso in Superlega»: lo scrive sul proprio sito il “gemello” d’oltreconfine della Lega Nord, il partito di Giuliano Bignasca che nelle elezioni comunali di domenica scorsa ha raggiunto il 25% dei consensi. La Lega dei ticinesi è il secondo partito a Lugano ed era il quarto; è il terzo a Chiasso, un aumento di voti del 10% in generale. «Avevamo sei assessori e adesso ne abbiamo 30»: Giuliano Bignasca brinda a champagne, come affermano gli osservatori d’Oltralpe ed è ancora in corso il conteggio sui seggi in consiglio comunale, ma tutti i segni sono positivi. Segni di un’avanzata a scapito dei partiti tradizionali. Esponenti della Sinistra ticinese hanno parlato di “vento da sud”, dall’Italia, che ha coinvolto gli elettori del vicino Cantone e di conferma di una tendenza a destra. Ma ai comaschi forse interessa sapere qual è la tendenza della Lega dei Ticinesi nei confronti di frontalieri e padroncini, apertura alla libera circolazione, quotazione del franco contro euro. «Contiamo 45.000 frontalieri – sostiene Bignasca – alcuni percepiscono da noi anche 6.000 franchi: perchè si ostinano a risiedere in Italia, ad andare avanti ed indietro, procurando traffico e smog, qundo potrebbero risiedere qui? E per i padroncini: noi sollecitiamo un controllo, perchè noi paghiamo tutto. Un controllo: le nostre tariffe orarie per prestazioni di carattere artigiano sfiorano i 37 – 38 euro l’ora. Ci sono padroncini che si accontentano di 18». Su questo tipo di concorrenza sleale, Bignasca  ha scritto pagine e pagine. Conclusione: la chiusura delle frontiere, lo smantellamento degli accordi bilaterali Berna – Unione Europea, che hanno consentito di aprire il mercato svizzero alla manodopera straniera? «Noi mettiamo in discussione l’apertura delle frontiere ai Paesi dell’Est entrati nell’Unione europea. Ma se si rivedono gli accordi bilaterali allargati alla Romania e alla Bulgaria, si potrebbe rivedere tutto», sottolinea il presidente leghista che si dice contrario alla globalizzazione e che concorda con l’applicazione dei dazi proposta da Tremonti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA