Incendio a Ponte Chiasso
Via Vela, notte di fuoco

Un corto circuito ha scatenato le fiamme nel palazzo di 3 piani. Sono 40 gli sfollati nel quartiere che si affaccia sulla Svizzera.

La sua vita in una valigia. Amor, origini tunisine e presente comasco, se ne esce dal retro del palazzo di via Vela sventrato dal fuoco con tutto ciò che gli resta. Qualche vestito pigiato in un borsone nero. Gli è andata bene. Certo meglio che ad Ahmed, che in strada non è riuscito a portare neppure lo stipendio incassato il giorno prima. L’odore acre di fumo e disperazione si fa assillante in via Vela, costola di una periferia dimenticata appoggiata alla Svizzera.
Dalla periferia dell’inferno alle porte del paradiso in quattro falcate. Di qua famiglie di immigrati (ma non solo) costrette a sudarsi la pagnotta e un divano su cui dormire. Di là fiotti di pendolari di valuta dal portafoglio gonfio ad assicurarsi un futuro nei forzieri elvetici. C’è solo una rete a dividere il palazzo abbandonato di via Vela dalle strade ordinate e dalle banche di Chiasso. Vicini di casa a doppia velocità. E siccome piove sempre sul bagnato, se scintilla (scatenata da un corto circuito) doveva esserci era scontato scatenasse il disastro al di qua del confine.
Mancano venti minuti alle quattro quando, nell’alveare di via Vela, il sonno è spezzata da urla, cani che abbaiano, bimbi che piangono e un sinistro crepitio di fiamme. Nei trentadue appartamenti del vecchio e dimenticato - fino a ieri - palazzo di tre piani più mansarde è un fuggi fuggi generale. E a ripensarla a mente fredda, la notte di fuoco e paura di questo che appare quasi lo sgabuzzino di Ponte Chiasso, è quasi un miracolo che tutti si siano salvati. Una quarantina di persone sciamata in strada all’improvviso, in attesa delle sirene dei soccorsi. «Hanno tardato», dice qualcuno morso da una comprensibile rabbia per aver perso tutto. Ma la verità è un’altra. Ed è che la richiesta di aiuto è partita, nella confusione, in modo confuso. E se è vero che il fumo è stato visto quando mancavano venti minuti alle quattro, è pure vero che - tutto registrato - al comando dei vigili del fuoco la richiesta di soccorso è giunta alle 3.58. Meno di dieci minuti dopo i pompieri erano già in via Vela. E le fiamme già abbracciate alle travi in legno del tetto.
Ponte Chiasso intera s’è svegliata, agli ululati delle autobotti, delle vetture della polizia, delle ambulanze della Croce Rossa e dei mezzi del 118.

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