Intercettazioni corte e più difficili
Giro di vite per giudicie  giornalisti

Il governo ritrova l'unità e approva il ddl sulle intercettazioni: dovranno durare meno e saranno limitate ai reati più gravi, ma è compresa la corruzione. Pene severe per chi pubblica i contenuti, limiti ai giudici.
Dure critiche dall'associazione dei magistrati, della stampa e dell'opposizione

Intercettazioni più limitate nel tempo e solo per i reati che prevedono pene superiori ai 10 anni. E ancora tre anni ai giornalisti che pubblicano atti secretati, cinque addirittura per i magistrati.
Il giro di vite annunciayo alla fine è arrivato e il consiglio dei ministri ha dato il via libera all'unanimità: anche la Lega ha votato a favore dopo l'estensione del provvedimento ai reati di corruzione. 
L'opposizione insorge contro il ddl intercettazioni e annuncia, come fa il ministro ombra del Pd Lanfranco Tenaglia, "una dura battaglia in Parlamento". Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro parla esplicitamente di "norma bavaglio", sia per i giornalisti sia per i magistrati, e annuncia un referendum per abrogarla una volta diventata legge. L'Udc, voce isolata nella minoranza, invece condivide il testo.
Ma se la maggioranza plaude al via libera del Cdm al testo, l'opposizione, i giornalisti e i magistrati non risparmiano critiche. La federazione della stampa minaccia uno sciopero e per l'associazione magistrati la nuova normativa non rende intercettabili numerosi reati "di grave allarme sociale come il furto in appartamento, la rapina, lo sfruttamento della prostituzione e il sequestro non a scopo di estorsione" e, in più, sono tanti i Tribunali dove sarà impossibile creare l'organo collegiale di Gip per autorizzare le intercettazioni per le solite carenze di organico che si lamentano da anni. Tre mesi di durata poi sono troppo pochi.

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