Ku Klux Klan e più atti razzisti:
sale la paura per Barak Obama

L'elezione a presidente degli Stati Uniti di Barak Obama avrebbe fatto aumentare gli atti di razzismo e ridato fiato al Ku Klux Klan. Preoccupata l'Fbi: "Possono crescere io gruppi che fomentano l'odio"

In America tornano i fantasmi peggiori. Cappi dell'impiccato che evocano i linciaggi degli schiavi neri, croci bruciate come ai tempi di Mississippi Burning, graffiti razzisti, minacce di morte.
 Negli Usa di Barak Obama il Ku Klux Klan ha rialzato la testa. Sono oltre 200  gli incidenti imputabili a gruppi razzisti, anche se non tutti attribuibili al KKK, sono stati registrati dalle forze dell'ordine da quando gli elettori americani hanno mandato per la prima volta un nero alla Casa Bianca. 
"E' il fumo che precede l'incendio", ha  detto Brian Levin, direttore del centro per lo studio dell'estremismo presso l'Università di California a San Bernardino. La recrudescenza di incidenti razzisti ha provocato allarme perfino tra quanti, fra i razzisti, si proclamano moderati: "L'elezione di Obama ha provocato una fortissima reazione: stiamo cercando di mantenerla pacifica ma c'è gente a cui il pensiero della bandiera della Nuova Africa che sventola sulla Casa Bianca sembra un atto di guerra", ha detto al Los Angeles Times Richard Barrett, leader del Movimento Nazionalista Learned, Mississippi.
L'Fbi non ha statistiche ufficiali ma alcuni esperti parlano di un aumento senza precedenti degli episodi di odio su base razziale. "Croci che bruciano davanti alle case delle coppie miste, effigi di Obama appese a un cappio, insulti nei cortili delle scuole": secondo Mark Potok del Southern Poverty Law Center di Montgomery in Alabama "siamo all'inizio di una tempesta perfetta che può favorire la crescita di gruppi che fomentano l'odio".
Il KKK, che contava quattro milioni di affiliati all'inizio del Novecento, è rimasto finora emarginato con circa 6.000 membri su scala nazionale ma ora l'elezione di Obama potrebbe ridare fiato al proselitismo.

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