La finta rapina del teste Omega
Campione, Ariosto indagata

Denuncia lo scippo della borsetta e un bottino di 50mila franchi. Ma alle telecamere del circuito appare lei che se ne libera da sola

Questa volta la teste Omega non è stata ritenuta credibile. Diceva di aver subito una rapina, è finita indagata per simulazione di reato.

Tutta colpa di un brutto sabato sera al Casinò di Campione, quello del 19 ottobre. Sono passati quasi venti giorni da quando Stefania Ariosto, 64 anni, un passato bello e turbolento proprio come lei, ha rimediato l’apertura di un fascicolo fin qui coperto da riserbo, o meglio dalla riservatezza dedicata a una donna che, con le denunce su affari e malaffari dell’avvocato Previti e sodali, ha scritto un pezzo di storia d’Italia.

Dai capitoli di storia a una storia banale cominciata al quinto piano del casinò, quello dove possono lasciare l’automobile i clienti vip.

È sera, è buio, urla e strepiti squarciano l’aria di un parcheggio zeppo di Audi, Mercedes e Bmw tutte uguali che odorano di autolavaggio. Due persone accorrono, sono clienti del Punto Snai, aperto dentro il casinò per ricevere le scommesse che gli svizzeri possono fare soltanto in Italia.

Chi ha visto l’Ariosto in quei frangenti racconta di una donna agitatissima che stentava a spiegarsi, parlava balbettando, sembrava in preda a un forte choc emotivo. La soccorrono, la consegnano agli uomini della sicurezza, che le mettono una coperta addosso e la fanno calmare. «Mi hanno rubato la borsetta» dice. Una borsa piena zeppa di quattrini. Cinquantamila franchi svizzeri, spiega. O forse cinquantamila euro, i carabinieri non ne parlano, particolari insignificanti, fra gentiluomini.

Chi è stato? Due persone, sembra, due persone fuggite subito dal supercustodito parcheggio interno. Com’è possibile? Forse le telecamere del circuito interno possono fornire la spiegazione. Come le telecamere? Eh sì, i clienti non lo sanno, ma dentro quelle che sembrano plafoniere si nasconde un sistema di videosorveglianza piuttosto sofisticato.

Che pare proprio abbia fornito un quadro molto diverso da quello descritto dalla teste Omega.

Le registrazioni avrebbero mostrato l’Ariosto aggirarsi nel parcheggio da sola, guardarsi intorno e liberarsi volontariamente della borsetta. Più che con lo scippo, la sequenza sembra compatibile con un punto debole della donna: il demone del gioco e tutte le sue sgradevoli conseguenze.

La teste Omega non ci sta, forse afferma che le riprese sono incomplete e fuorvianti, minaccia querele a chi non le crede.

Ma i carabinieri del comando di Campione d’Italia, una volta informato i magistrati della Procura della Repubblica di Como, e solo loro, avrebbero presto formalizzato la denuncia per simulazione di reato.n

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