La Lega boccia il sindaco Bruni:
continuare così è impossibile

I lumbard: «Giudizio non positivo, più serietà». Rudilosso (FI): «Serve un rilancio»

Clima incandescente a Palazzo Cernezzi. Dopo le bordate lanciate da Forza Italia e da An (chiede un «drastico cambio di rotta sull’urbanistica» attaccando l’assessore Umberto D’Alessandro) adesso anche la Lega Nord si scaglia contro il sindaco Bruni.

«La situazione è pesante - tuona il commissario provinciale del Carroccio Tito Cattaneo - e sulle questioni urbanistiche c’è senza dubbio scarsa efficienza le cui motivazioni vanno accertate». Ma il nodo non è D’Alessandro. «Il problema - aggiunge il numero uno lumbard - non è un nome e un cognome, ma l’efficienza che deve avere l’amministrazione di Como. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a riprendere, o a iniziare a lavorare ma deve essere chiaro che quando ci si impegna a fare il sindaco, o si assume un incarico istituzionale si deve sapere che lo si deve portare avanti per un minimo di cinque anni e per un massimo di dieci. Periodo in cui si dovrebbe accantonare tutto ciò che è incompatibile». E ancora: «Le elezioni regionali sono nel 2010, il mandato dell’amministrazione scade nel 2012 quindi le regionali non dovrebbero interessare il sindaco. Ripeto, noi siamo qui per collaborare, ma si deve ricominciare seriamente». Le condizioni e, soprattutto, i tempi il Carroccio si riserva di analizzarli, ma l’affondo di Cattaneo è chiaro: «Vedremo al tavolo dei gruppi di maggioranza. Si potrà aspettare anche fino a data da destinarsi, ma alle parole devono seguire i fatti, se no si tratta di una presa in giro. La città di Como e i suoi problemi non possono permettersi di aspettare i mal di pancia dei partiti di maggioranza relativa. Il giudizio di questo primo anno di lavoro non è positivo e in questa situazione non si può più stare. I comaschi hanno dato la maggioranza relativa ad altri partiti, noi diamo il nostro contributo, ma il rispetto del territorio e della gente è molto forte da parte nostra. Avanti così non si può andare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA