La pista da Plesio alla Val Cavargna
già scatena le polemiche

Le critiche arrivano dalla Svizzera: "Opera fortemente invasiva". Il sindaco: "Transito solo per mezzi di servizio"

Arrivano dalla Svizzera le critiche al progetto di collegamento viario, in corso di realizzazione, fra i Monti di Rezzonico e gli alpeggi soprastanti che raggiungono la Val Cavargna, fino a una quota di 1.500 metri. È l’architetto ticinese Tita Carloni, appassionato di montagna, a lanciare l’allarme: «Sono rimasto sbalordito nel vedere un’escavatrice procedere lungo il versante erboso per tracciare una strada di 4,5 metri di larghezza, quindi veicolare a tutti gli effetti, spaccando anche gli spuntoni di roccia presenti lungo il percorso. Si tratta di un’opera fortemente invasiva, che provoca grave danno al pendio naturale, un tempo adibito a pascolo, distruggendo la vegetazione spontanea, alterando l’habitat di molte specie animali e mettendo a rischio i numerosi i piccoli corsi d’acqua e le sorgenti di cui la zona è ricca. L’alterazione del paesaggio e delle caratteristiche naturali raggiungerà l’apice quando le ruspe raggiungeranno il piccolo e antico oratorio di Sant’Amate".
«Il progetto raggiungerà l’alpe Nesdale, in territorio di Plesio, e solo in futuro potrà proseguire fino a raggiungere la Val Cavargna - puntualizza Fabio Conti, sindaco del Comune di Plesio, beneficiario, attraverso la comunità montana, del finanziamento di 200mila euro della legge 10 - . Come ho spiegato fin dall’inizio, si tratterà di una strada bianca con la precisa funzione di servire gli alpeggi Rescanscia, in territorio di San Siro, e Nesdale. La regolamentazione del transito verrà concordata con il Comune di San Siro, ma è certo che l’accesso sarà consentito solo ai mezzi al servizio degli alpeggi, a quelli chiamati ad affrontare emergenze e a pochi altri".

© RIPRODUZIONE RISERVATA