Lago e valli / Lago e valli
Martedì 15 Gennaio 2013
Argegno, svaligiarono le Poste
Presi "Faccia d'angelo" e il complice
I carabinieri di Menaggio sono convinti che siano gli autori della rpina commessa all'ufficio postale di Argegno lo scorso mese di luglio. Uno è attualmente detenuto in Ticino, l'altro era già finito in carcere dopo il colpo di novembre alle Poste di Valsolda
Ocome quelli di Paolo Giacomini, 48enne di Colico già arrestato all'inizio di novembre dopo il colpo all'ufficio di Valsolda, un altro che per stamparne la fedina non basta una risma di A4, e che a sentire sempre gli investigatori dell'Arma sarebbe il complice con cui il primo divise il bottino di Argegno.
Sono due vecchie conoscenze, due che sulle rapine hanno costruito gran parte delle rispettive carriere. Di Cerfoglia, in particolare - autentico esperto del ramo - si è parlato molto negli ultimi giorni. Mercoledì scorso, a Melano, nel Mendrisiotto, "Faccia d'angelo" - come lo chiamavano un po' ambiziosamente in Valchiavenna, mutuando uno dei soprannomi del ben più celebre Vallanzasca - si è presentato all'ufficio postale con un "collega", il bergamasco di Lovere Omar Paris, 36 anni. Peccato che ad aspettarli ci fosse un reparto speciale della polizia cantonale armato fino ai denti, messo in allerta dai carabinieri del comando provinciale di Bergamo che gli stavano alle calcagna da alcune settimane, e che evidentemente sapevano del progetto di rilanciarsi la carriera con qualche obiettivo d'oltreconfine.
Faccia d'angelo e Paris sono rinchiusi in un carcere ticinese, dal quale negano in tutte le lingue di avere architettato alcuna rapina, nonostante la pistola, lo spray al pepe, il passamontagna e i guanti. «Stavamo facendo una passeggiata», ha detto il nostro al pubblico ministero svizzero, che ovviamente non gli crede e che per il momento ha preferito lasciarlo dov'è.
Occhi azzurri e faccia da bravo ragazzo - da cui il soprannome -, conosciuto anche a Sondrio per avere lavorato qualche tempo come posteggiatore, Cerfoglia ha un curriculum davvero di tutto rispetto.
Le poste sono la sua passione. Come quando assaltò quelle di Olmo al Brembo, nella bergamasca, nel luglio del 2007 (4 anni e otto mesi di condanna), o come quando nel novembre del 1999 si guadagnò la prima pagina per essersi azzardato, con due complici, a dare l'assalto agli sportelli di Bellagio, un posto da cui è davvero difficile scappare:40 milioni di lire, una fuga ingegnosa per i boschi di Civenna, un contadino insospettito da uno strano cambio d'auto sotto i castagni in quota, l'arrivo dei carabinieri, l'arresto.
Poi Argegno, sotto il solleone, lo scorso luglio. Collant in testa come nella migliore tradizione della mala di una volta, una pistola - in realtà impugnata un po' goffamente, addirittura al contrario, riferirono i testimoni - e il solito buon bottino, 30mila "verdoni" intascati prima di allontanarsi a piedi.
«Inflessione lombarda, dialettale», raccontarono le vittime, un po' come il 3 gennaio scorso, alle Poste di Castiglione Intelvi, scenario di un'altra rapina messa a segno da un paio di banditi, uno dei quali sulla sessantina, tuttora sconosciuti. Parlavano dialetto, ha raccontato la direttrice. Chissà che i carabinieri non siano di nuovo sulla buona strada...
Stefano Ferrari
© RIPRODUZIONE RISERVATA