«Il presidente guadagna troppo»
I soci Spt vogliono dargli la metà

Costi della politica: nel mirino i 35mila euro a Gandola per la direzione d’esercizio. Ultima parola al cda

Il raddoppio dello stipendio di Gianandrea Gandola, presidente, amministratore delegato e anche direttore d’esercizio di Spt holding non è piaciuto all’assemblea dei soci dell’azienda di trasporti. Al punto che nell’ultimo incontro, che risale ad appena pochi giorni fa, è stato deliberato di dare mandato al consiglio di amministrazione di rivalutare l’entità del compenso di direttore d’esercizio (35mila euro lordi l’anno che si vanno ad aggiungere ai 12mila che percepisce come presidente e ai 24mila come amministratore delegato) e di ridurlo di «almeno il 50%». Questo significa che i 35mila euro dovranno diventare almeno la metà, quindi 17mila.
Già nell’assemblea del cda di metà maggio la nuova carica di direttore d’esercizio assunta da Gandola aveva sollevato polemiche e il rappresentante della Lega Nord Paolo Orsenigo aveva votato contro (a favore si erano schierati, invece, i due consiglieri di FI Fiorenzo Bongiasca e Mauro Robba oltre allo stesso Gandola). A breve la questione tornerà sul tavolo del consiglio di amministrazione che dovrà discutere l’indirizzo dei soci e prendere una decisione definitiva.
Ad esprimersi a favore del taglio di almeno la metà del compenso sono stati il sindaco Stefano Bruni e il presidente del Cpt Alberto Mascetti, che insieme detengono la maggioranza delle quote. Non hanno invece preso posizione i presidenti delle Province di Como (Leonardo Carioni) e Lecco (Virginio Brivio). «Non ho votato a favore - spiega il numero uno lumbard di Villa Saporiti - semplicemente perché a mio avviso è compito del cda stabilire le cifre. Non dobbiamo prendere decisioni che spettano al cda, altrimenti significa che va esautorata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA