Lascia il  gestore storico del Bolettone
La domenica non è più la stessa

Remo Roscio, 78 anni, per mezzo secolo è stato il simbolo dell'escursionismo brianzolo

Previsto il tutto esaurito, oggi, sui monti del Triangolo lariano. Ma senza la consueta sosta per il ristoro al rifugio Bolettone, chiuso dall’inizio dell’estate.
La prepotenza di queste giornate di calura ha rilanciato le tipiche mete delle escursioni prealpine. I turisti, scarponi ai piedi, arrivano in sordina, nelle prime ore del giorno, per ritrovarsi distesi sui prati con un filo d’erba in bocca solo poche ore dopo. Per un pranzo al sacco o imbanditi di una polenta fumante, i tavolacci delle baite sono sempre pronti ad accogliere gli ospiti. Capanna Leoni della Salute, Capanna Mara alla Colma e Capanna Patrizi, rifugio Riella sotto il Palanzone; baita Bondella, Baita Carla; rifugio Cacciatore, rifugio Consiglieri al Cornizzolo, rifugio Terz’Alpe.
All'appello manca proprio lo storico rifugio Bolettone, chiuso dall’inizio dell’estate. A ritirarsi è il suo storico gestore Remo Roscio, amico di tutti gli alpinisti, esperto della montagna a sua volta, e grande lavoratore. A 78 anni Remo lascia, dopo una vita dedicata alla sua vetta e al panorama che lui stesso definisce il più bello del Triangolo lariano. La speranza è che ora si facciano avanti i giovani e i volenterosi. A loro il dovere di raccogliere il testimone da un protagonista di 50 anni di avventure montane, che ha lasciato un pezzo di cuore tra quella natura.
La tradizione però non è perduta: fortunatamente in questi anni qualcuno ha portato avanti il lavoro degli antichi gestori. Per fare solo un esempio, due anni fa Vanni Santambrogio, erbese con un passato da alpinista, si è preso l’impegno, insieme alla sua famiglia, della gestione della Capanna Mara. A essere arruolati, soprattutto in questi fine settimana di grande affluenza, sono i figli Mattia, 31 anni, Francesca, trentenne, e Andrea, 25 anni. La moglie, Hilda, invece, è la cuoca di fiducia. Anche la Capanna Leoni, primissima tappa dell’Alpe del Viceré, vede dietro il bancone visi di generazione più giovane. In qualche caso quindi le eredità dei monti non vanno perdute.
Veronica Fallini

© RIPRODUZIONE RISERVATA