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Sabato 05 Luglio 2008
Le divisioni in classe
non si superano con il grembiule
L'idea della ministra Gelmini non serve a "eliminare" le diversità tra gli alunni
È arrivata l’ultima pensata per la scuola! La nuova ministra immagina che riportare il grembiule sarebbe la soluzione per "eliminare" o ridurre le diversità fra gli alunni.
Ma non ha proprio altro a cui pensare? Con tutto quello che succederà il prossimo anno scolastico - classi con 30 alunni, organico ridotto per i tagli previsti in Finanziaria, ore di studio in meno per la contrazione oraria di alcune discipline, tempo pieno non previsto - la signora ministra pensa di ritornare ai grembiuli?
Ma di che tonalità saranno? E la stoffa? Forse qualche stilista si starà già impegnando per proporre la propria linea. E allora, flop per la mega-pensata.
E cosa farà invece per i bambini che arriveranno a scuola a bordo dei famosi Suv? Farà mascherare i macchinoni da utilitarie? E per gli alunni che possiedono cellulari, penserà di rivestirli in coordinato lavabile come il grembiule? E gli zainetti, tutti quanti firmati, saranno dotati di sacca nascondi-firme? Dove sta la grande novità?
Ci vuole sostanza, non parvenza. Quando pensiamo che una percentuale molto elevata di studenti non conosce la Costituzione Italiana, la ministra pensa forse che con il grembiulino possano impararla? Mah!
Gabriella Russo [email protected]
Ps.: sono un’insegnante in pensione dal settembre scorso
C’è poco da aggiungere alle sue argomentazioni, cara Russo. Mi limiterei a ricordare che se lo scopo della benpensata è di eliminare le differenze (definite imbarazzanti dalla ministra) tra scolari griffati e non griffati, tra malvestiti e trasandati, tra sciatti ed eleganti, il risultato risulterebbe purtroppo nullo. Perché non è la scuola a dettare le mode, ma sono le mode a dettar legge anche a scuola. E delle mode si prende cognizione ovunque: per strada, sull’autobus, in treno, nei negozi e nei cinema, nelle millanta occasioni della vita quotidiana. Per non dire di quanto propongono gli schermi delle tivù e le pagine dei giornali. Perciò il grembiule, più che indossarlo (e chi glielo paga?) gli studenti, dovrebbero rimetterselo gli adulti che dimostrano di non avere ancora bene assimilato i fondamentali dell’educazione. Ove per educazione intendo, in questo caso, un modo di porsi verso i giovani che sia dimostrativo di saldi principi di vita prima che di salde nozioni culturali. Sperare infine che introducendo una divisa possano essere superate le divisioni, mi pare una sottrazione di buonsenso della quale il governo d’oggi non ha davvero bisogno.
Massimo Lodi
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