Limite a 20 euro. E le merci svizzere diventano tabù

Da venerdì via a franchigie che penalizzano i comaschi
Ecco cosa cambia e soprattutto come evitare stangate

Venerdì 12 dicembre si aprono le frontiere tra Svizzera e Italia, ma la dogana resta e per i comaschi si fa ancora più stretta: per i residenti entro 15 chilometri dalla fascia di confine, la soglia monetaria o franchigia esentata da dazi, Iva e accise scende dai 22 ai 20 euro. Significa che nel bagaglio personale, in auto e con sé, i comaschi non possono portare beni acquistati in Svizzera dal valore superiore a 20 euro, altrimenti pagano i diritti di confine. Se li nascondono, non li dichiarano o rendono false dichiarazioni, incorrono nell’illecito di contrabbando, con sanzioni da una a dieci volte l’ammontare dei diritti evasi.

Non solo limiti monetari, che restringono gli acquisti a qualche latticino, ad alcune tavolette di cioccolata, un piatto di Natale e un deumidificatore. Non ci sta neppure un orologio a cucù o un maglione scontato. Ma anche limiti quantitativi: un solo pacchetto di sigarette, 25 grammi di tabacco da fumo, 12,5 centilitri di alcool superiore a 22% o 25 centilitri di alcool non superiore a 22 %; 25 centilitri di vino "tranquillo" e sul punto potranno discettare gli enologi. Lo spumante è un vino tranquillo? Finalmente liberalizzati thè, essenze di thè, caffè ed estratti di caffè, profumi, non pagano i diritti di confine i carburanti, “limitatamente ai soli quantitativi contenuti nel serbatoio normale di qualsiasi mezzo di trasporto”. Il pieno si può fare, naturalmente se conviene.
Lo dice una circolare dell’Agenzia delle Dogane, pubblicata sui siti propri e specializzati ed inviata non solo agli uffici doganali, ma anche alla Guardia di Finanza, all’Agenzia delle entrate, a Confindustria, alle Associazioni delle società per azioni, alle Camere di Commercio, agli spedizionieri, ai commercianti. È un’informazione a largo raggio, come si dice, perché sta cambiando tutto e non sta cambiando nulla. Perciò, non è il caso di “indebite euforie”, come affermano gli scettici nei confronti dell’appuntamento del 12 dicembre.

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