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Venerdì 22 Agosto 2008
Lo chic pesca nel mondo del lavoro
E la tuta conquista il guardaroba
Da divisia dei lavoratori a oggetto di culto e nuova frontiera dell'eleganza al femminile. E' la nuova stagione che recupera la tuta e la proietta come abito adatto ad essere esibito anche per una serata "in"
Prima che arrivassero gli stilisti, la tuta era semplicemente un indumento da lavoro. Adesso è diventata un pezzo chic del guardaroba femminile.
L’artista Thayaht, che disegnò il primo modello negli anni Venti, non avrebbe mai immaginato questo incredibile balzo sociale: da divisa della working class a oggetto di culto dell’upper class. Attrici, modelle e fashioniste: tutte improvvisamente impazzite per la salopette del loro giardiniere o manutentore.
Basta guardare Sharon Stone, in tuta da sera nera a una delle tante feste hollywoodiane, e Kate Moss, in “stellare” abito-pantalone Chanel al party dei suoi 34 anni… “brillantemente” portati. Ci sono altre possibilità, offerte da altre maison. Stella McCartney e Versace propongono la tuta, sempre in versione gran sera, ma in seta color fragola e champagne, con coulisse o piccola cintura in vita. Max Mara va sulla divisa da metalmeccanico, chiusa da una lunga cerniera, però in lucido raso.
Destinata a viaggiatrici di lusso la tuta-sahariana di Hermès. Calvin Klein suggerisce il pezzo unico bianco, impraticabile per chiunque non abbia un fisico tonico. Dsquared2 lancia la mini-tuta, con corpetto e shorts che lasciano scoperte le gambe. C’è anche la versione palloncino, con calzoncini che si gonfiano sui fianchi (Versace). Inutile dire che la tendenza discrimina signore e signorine con qualche chilo di troppo, anzi rischia di infagottarle ancora di più.
Serena Brivio
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