L'ultimatum di Bruni:
o la svolta o tutti a casa

Monito del sindaco ai colleghi di partito e agli alleati: "Le istituzioni non si usano per ricatti politici altrimenti stiamo in balia di un consigliere comunale che ha preso 27 voti nel suo condominio"

O una svolta radicale, o tutti a casa. E’ sostanzialmente sintetizzabile così il parere del sindaco Stefano Bruni sulla situazione complessa e delicata in cui si trova l’amministrazione comunale. In sostanza, per usare le sue parole, «i temi reali ci sono e vanno affrontati con le delibere e non nei corridoi». Che sono ancora più chiare quando dice: «Questo è il momento della svolta. Finché ci sarà un briciolo di possibilità di amministrare la città resterò qui. Se non ci saranno le condizioni qualcuno si prenda la responsabilità di dirlo».
Usa una metafora calcistica della sua Inter per spiegare la situazione: «Appena Mourinho è arrivato diceva che in Italia sono tutti preoccupati dagli schemi di gioco, mentre a lui in realtà interessa che i giocatori giochino. Ecco qui ci si preoccupa di sapere se ci sono 6-9 o 8 liberal, ma il problema deve essere che la squadra produca. Se ho otto difensori, ma fanno dieci gol il problema non esiste. Oggi anche FI ha un commissario ed è lui a doversi occupare della politica. Io faccio il sindaco. La contrapposizione politica deve restare negli ambiti politici, le va nelle istituzioni le ammazza. Le istituzioni non si usano per ricatti sulla parte politica altrimenti stiamo in balia di un consigliere comunale che ha preso 27 voti nel suo condominio».

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