Metta ai raggi X. E ora viene il bello

Sinora ha giocato 20 minuti in media a partita, Sacripanti lo dosa con attenzione sul campo

Ma adesso è pronto per prendere in mano la squadra nella grande volata verso i playoff

Che sia stato un acquisto azzeccato per la visibilità che ha dato a Cantù e al basket italiano non ci sono stati dubbi. Mai. E a chi diceva – lo scorso 26 marzo - che stava per atterrare a Malpensa un giocatore ormai “bollito”, lontano parente di quello che ha infiammato la Nba, è arrivata la risposta del campo.

Promosso

Metta World Peace, a un mese dal suo debutto, è promosso su tutti i fronti e c’è chi è pronto a scommettere che non potrà che migliorare nella conoscenza del gioco europeo, nel bagaglio di colpi che può ancora mostrare e anche nel minutaggio. In quanto alla personalità, nemmeno ci si pone il problema. Ha la stoffa del leader e l’ha messa in mostra immediatamente.

Ma parliamo anche di un giocatore di 36 anni, che ha avuto qualche problemino fisico nel corso della sua esperienza in Cina e che, tra la sua ultima partita e la prima disputata a Pistoia sono passati quasi tre mesi. Qualche acciacco qua e là sarebbe anche comprensibile. Qualche calo di brillantezza anche. Invece, si scopre che Panda’s Friend ha ancora molto da dire e, soprattutto, da mostrare.

Lo garantisce il preparatore atletico della Pallacanestro Cantù, Roberto “Sam” Bianchi che, si aspettava un ritorno alla condizione ottimale più lento: «Invece ha stupito anche noi. Parliamo di un giocatore arrivato non al top della forma, come è naturale che sia visto che non è un ragazzino. Ma ora è in buone condizioni e potrebbe anche migliorare, anche se non è semplice dire esattamente quando».

E si scopre che, più che il ginocchio o la tenuta atletica, il vero problema di Metta è stato il jet lag: «Adattarsi al nuovo fuso orario lo ha un po’ limitato inizialmente, è stato un processo non immediato. Ma la sua tenacia e il fatto di essere un grandissimo professionista hanno contribuito al superamento di questo problema e al suo immediato ritorno in campo».

Nella sua pur breve esperienza canturina, sei partite in tutto, Metta World Peace ha giocato in media poco più di 22 minuti a partita, il top di 25 l’ha toccato contro Venezia e Cremona. Segna 14 punti a partita, con un “high” di 19 contro Capo d’Orlando e cattura mediamente 4,3 rimbalzi.

Statistiche parziali

«Ma quello che realmente dà alla squadra non sempre è ben visibile nelle statistiche – dice il direttore sportivo Daniele Della Fiori -, perché ci sono componenti, come la duttilità, che non si possono quantificare». Questo vuol dire che sarà possibile veder Metta giocare anche in altri ruoli? «Può farlo sulla carta, ma potrebbe essere una scelta poco congeniale al nostro tipo di gioco e di roster. Ma già contro Milano ha giocato qualche minuto da “3”, perché c’era quella esigenza».

Si è già potuto vedere in queste sei partite il Metta famoso intimidatore d’area? «In parte sì. Perché lotta su tutti i palloni e spesso li strappa letteralmente dalle mani degli avversari. Sa difendere su tutti i ruoli e si sta adattando anche a un tipo di difesa molto diversa da quella che metteva in pratica negli Usa». L’adattamento, anche in questo caso, è giudicato più che rapido: «Ha un’esperienza tale che si sta adeguando con grande velocità al gioco e alle regole europee. Anche sull’infrazione di passi, che lo aveva penalizzato nelle prime uscite, ha fatto grandi progressi».

E se aumentasse in maniera evidente anche la condizione, sulla carta potrebbero anche aumentare i minuti dell’ex stella Nba in campo: «Ma senza forzature – dice Della Fiori – perché di fatto con lui non abbiamo coperto un buco in un ruolo, ma siamo andati ad aggiungere un giocatore. Ritengo che un minutaggio tra i venti e i venticinque minuti possa essere adeguato a Metta e poi bisogna anche valutare come vanno le partite: se sono minuti di qualità, il problema non si pone nemmeno. Ma la domanda è meglio girarla a Sacripanti, magari ha altri progetti…».n

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