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Mercoledì 29 Ottobre 2008
Morta con una figlia in grembo
In centinaia ai funerali di Aurora
Gli studenti in lacrime salutano la loro insegnante <amica>
Schignano Aurora era una donna che credeva ai sogni e li voleva regalare alle amiche. «Oggi è il tuo compleanno. Ci vuole qualcosa di speciale per ricordartelo - scriveva a Silvia nel biglietto d’auguri -. Qui ci sono quattro vasetti e quattro semi di piantine. Mettine uno per vaso. E esprimi un desiderio per ogni seme. Quando la pianta germoglierà, travasala nel prato o nell’orto. Quanto più in alto si ergerà al sole, tanto più i desideri avranno la possibilità di realizzarsi. Servono sogni per rendere indimenticabile un compleanno». Questa era Aurora Casartelli, morta a 26 anni con il grembo una bambina di cinque mesi, accompagnata ieri ai suoi funerali da una folla con gli occhi gonfi di pianto, il marito a braccetto con la mamma, dietro il padre e il fratello Giorgio. Un bara piena di fiori colorati dove era racchiusa lei, l’Aurora, «non un’aurora qualsiasi, l’Aurora, il sole che sorge», come dice il parroco don Paolo Barocco.
Lei era così. «Un sorriso che portava il sole», come la dipingono i suoi allievi della IIB. «Un’insegnante che era molto di più. Era un’amica». Non c’è preghiera dei fedeli che non contenga questo passaggio: «Era un’amica». «Che ti sapeva aiutare nei momenti difficili». «Che con il suo sorriso aiutava a superare le difficoltà di tutti i giorni». «Che ci raccontava quel che aveva fatto il pomeriggio prima e parlava con noi di tutto».
Un’amica che non c’è più, «bellissima, simpaticissima, che insegnava benissimo». Un’amica che lascia «un vuoto incolmabile».
Ora il corpo di Aurora è chiuso in una bara. Lei, con in grembo la sua bambina. Il sole che sparisce sotto terra.
Nel cielo di Schignano c’erano solo nubi, nebbia e pioggia. Eppure tutti hanno arrancato sulla salita tutta porfido che porta al santuario. C’erano mamme con bambini in braccio, donne di 90 anni sorrette da un ombrello usato come un bastone e tanti, tantissimi adolescenti, i ragazzi ai quali Aurora aveva insegnato. Il marito, Maurizio Bartolo, era come impietrito. E tutti hanno pregato per lui perché ritrovi il sole e la vita nei ricordi che Aurora gli ha lasciato.
E «tanti bei ricordi», come dice il parroco don Paolo che ha la voce stanca. Le parole arrivano a fatica. «Per noi cristiani, una vita è una vita. E Aurora aveva questa bambina nel grembo, frutto di quel meraviglioso amore che la legava a Maurizio. Le incertezze, poi la sicurezza che dà la gioia di una gravidanza, il sorriso di un bambino che non c’è ancora. Una vita umana che diventa pena. Ma anche durante il parto il bambino fa male alla mamma e la mamma al bambino ma non è un male fine a se stesso è perché non c’è altra via per nascere». Cosa deve dire un prevosto per cercare di alleviare un dolore che schiaccia un’intera comunità. «Potrei terminare dicendo che la vita è in Paradiso, ma so quanto è difficile aver perso questo volto, questo nome che portava il sole, questa ragazza che portava il sorriso. Allora posso solo dire che Dio quando parla della vita e della morte dice:"Io sono la Resurrezione e la vita, chi vive in me vivrà in eterno".
Aurora credeva. Si capisce dal coro che canta le canzoni che i bambini hanno imparato all’oratorio. «Io lo so Signore che vengo da lontano». «Avevi scritto già il mio nome lassù nel cielo, avevi scritto già la mia vita insieme a te».
In quale altro modo si può spiegare una morte che fa scoppiare in singhiozzi mamme, nonne e ragazzini ancora senza barba. Aurora era l’insegnante che «spiegava a noi ragazzi che la vita è importante e va vissuta nella maniera migliore possibile».
Don Antonio Fossati, il sacerdote che ha celebrato le nozze tra lei e Maurizio, dice ora Aurora è in Paradiso con la sua bambina. i suoi consigli, i suoi insegnamenti, il suo ottimismo, sono le fondamenta sulle quali i suoi ragazzi dovranno costruire le loro vite. Dovranno farlo al buio, nella nebbia, in mezzo ai perché e ai come mai Dio si è preso l’Aurora togliendola «alla parte più bella della sua vita terrena». «Ho piantato i vasetti - dice la sua amica - con un profondo senso di ribellione». Bisogna accettare, dice il parroco mentre il gruppo Recital dedica a Aurora «A te» di Jovanotti e il cielo tiene ben nascosto il sole mandando pioggia sul cimitero dove il corpo di Aurora sta per essere seppellito.
Anna Savini
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