Multe del T-Red ad Albese:
il sindaco difende l'ex comandante

Cigardi certo dell'innocenza di Soresso. Rimosso l'impanto finito nell'inchiesta che aveva emesso 600 contravvenzioni al mese

ALBESE CON CASSANO I due T-red messi sotto sequestro a seguito dell’indagine avviata dal tribunale di Milano sono stati smontati mercoledì e, dall’incrocio che avrebbero dovuto sorvegliare, sono finiti in un paio di scatoloni sigillati e lasciati, in custodia, al municipio di Albese. Lì rimarranno fintanto che lo riterrà opportuno l’autorità giudiziaria, «liberando» dal peso dell’occhio elettronico tutti gli automobilisti - circa 18mila al giorno - che transitano sulla Como-Lecco all’altezza del quadrivio di via Montorfano. Dopo il colpo di scure che si è abbattuto sulla Ci.Ti.Esse di Rovellasca, società che gestisce dalla fine del 2006 anche l’impianto di rilevazione di Albese, in Comune l’atmosfera è però serena. «Siamo tranquilli», afferma il sindaco Roberto Cigardi, convinto com’è che «tutto sia stato fatto a dovere» e, di conseguenza, che né il Comune né l’allora comandante (oggi in servizio al tribunale di Erba) Giuseppe Sorresso, debbano temere alcunché. L’accusa della Procura a Sorresso è dura: si sarebbe fatto indicare direttamente da Raul Cairoli, amministratore della Ci.ti.Esse, i nomi delle quattro aziende da invitare alla gara d’appalto. «Sosterremo in qualunque sede il nostro comandante - dice il sindaco - perché siamo sicuri del nostro operato».Nel frattempo però le illazioni si sprecano, così come le perplessità per uno strumento, il T-Red, che nei primi mesi di utilizzo fece incetta di sanzioni a colpi di 600 verbali al mese. Un giro colossale che - dicono dal Comune - si affievolì quasi subito. «I dati in nostro possesso – commenta Cigardi - mostrano come il numero dei verbali emessi sia caduto vertiginosamente. Dai primi mesi di utilizzo, quando in un solo senso di marcia furono fotografati oltre 600 automobilisti passare con il rosso, si è arrivati nel mese scorso a 40 infrazioni in entrambi i sensi, delle quali solo 11 nella direzione (verso Como) che aveva determinato nel 2006 la raffica di sanzioni. Ma, a detta del primo cittadino, perché gli automobilisti sono diventati più attenti, e non certo per i tempi del giallo che si sarebbero allungati.
Nel corso del 2007 alla Ci.Ti.Esse, società che si aggiudicò la gara ristretta a cinque aziende del settore, sono andati «circa 50mila euro». Questo, sulla base del contratto stipulato dal Comune che, invece di prevedere l’acquisto del t-Red (una spesa di circa 40mila euro una volta per sempre) e il posizionamento in proprio, oppure la sua locazione, ha preferito «noleggiare» l’impianto, garantendo alla società proprietaria un contributo «attorno a 29 euro» per ogni violazione effettivamente riscontrata. Il perché di questa scelta (e non dell’acquisto dell’apparecchiatura, visti gli introiti effettivamente riscontrati) è spiegato dallo stesso primo cittadino: «A suo tempo - racconta - valutammo tutte le opzioni. La legge consentiva di adottare un sistema che non prevedeva alcun costo a carico della collettività. Scegliemmo quello. Pensammo che se avessimo raggiunto l’obiettivo di arrivare all’emissione di zero verbali, la strumentazione non ci sarebbe costata niente. In caso contrario il costo sarebbe di fatto stato scaricato sugli automobilisti». Il magistrato contesta anche il posizionamento del semavelox, ponendo dubbi sulla scelta di una strada di larga percorrenza. «Quello di via Montorfano è l’incrocio più pericoloso di Albese: la metà degli incidenti mortali che si sono verificati sul nostro territorio sono avvenuti lì».

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