Mutui, giù i tassi ma non le rate
Consumatori contro le banche

Euribor al 3%, ma alcuni istituti propongono ancora il 6%. Esposto del Codacons all’Antitrust

Scende l’Euribor (l’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile), ma i risparmiatori italiani continuano a dover fare i conti con tassi di interesse più alti rispetto alla media europea. Inoltre, alcune banche propongono ancora mutui per la casa con tassi vicini al 6%. Sono le due pesanti accuse lanciate dalle associazioni dei consumatori proprio nel momento in cui tanti comaschi si stanno preparando al “salasso” di fine anno. La prima denuncia arriva da Federconsumatori e Adusbef, la seconda dal Codacons, che ha segnalato tutto all’Antitrust.
Federconsumatori e Adusbef segnalano, in particolare, continui aumenti dello “spread”, ovvero quella quota in più rispetto al tasso di riferimento (l’Euribor) che viene applicata al mutuo. La quota varia da banca a banca e, secondo le associazioni, in molti casi è «troppo elevata». «Bisogna regolamentare anche questo aspetto - sostengono - perché oggi in Italia si paga lo 0,54% in più rispetto alla media europea e il valore sul credito al consumo sale addirittura all’1,1%. Alla scadenza di un mutuo trentennale da 100mila euro, per esempio, un mutuatario dovrà pagare tra 14mila e 16mila euro in più. Si tratta di cifre inaccettabili». Nonostante il netto calo degli indici di riferimento, insomma, i risparmiatori si troverebbero alle prese con rate troppo salate. L’Euribor a tre mesi, in effetti, dopo aver toccato il livello massimo il 9 ottobre (5,39%), grazie a 50 sedute consecutive in calo oggi è sceso fino al 3,08%. La rata di un mutuo trentennale a tasso variabile da 200mila euro (considerando uno spread all’1%) è così passata da 1.250 a 964 euro al mese, per un risparmio pari a 3.432 euro all’anno. E sono significativi anche i vantaggi per i mutui di durata e importo inferiore: su un finanziamento da 100mila euro a 20 anni, la rata mensile è scesa dai 739 euro di ottobre agli attuali 610, pari a 1.548 euro risparmiati in un anno. Le banche? L’Abi ha replicato così alle critiche dei consumatori: «In una fase come questa, caratterizzata da elevata rischiosità, non è incoerente che gli spread sui nuovi mutui vengano ritoccati al rialzo. Gli spread sui mutui già in circolazione, invece, sono definiti dal contratto e non possono essere modificati, se non ristrutturando il finanziamento». Anche Adiconsum chiede agli istituti di «diminuire gli spread».
Ancor più grave l’accusa del Codacons che, in un comunicato, sottolinea: «Riceviamo centinaia di segnalazioni di cittadini e notai onesti che denunciano di avere stipulato contratti di mutuo per la casa a tassi del 6% e più, anche al 6,28%, mentre i tassi dovrebbero essere mediamente sotto il 4% per i mutui a tasso fisso e sotto il 3,4% per quelli variabili. Inoltre, le banche non spiegano ai clienti la possibilità di passare dal tasso fisso al tasso variabile più conveniente, ingannando i consumatori. Abbiamo presentato una denuncia all’Autorità Antitrust e chiediamo l’intervento della Guardia di Finanza, invitando al contempo i cittadini a non accettare condizioni folli».

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