Niente villa sul Lario
per Silvio Berlusconi

Il proprietario della "Belinzaghi" di Cernobbio restituisce la caparra di oltre 4 milioni: "Me la tengo io"

CERNOBBIO «Bye bye Berlusconi». Si potrebbe dire anche in mille altri modi, ma la realtà è solo e semplicemente questa. Il sogno di Silvio di avere una villa sul lago di Como, ieri si è definitivamente infranto.  «L’operazione non si fa e, per ora, la casa me la tengo io». Parola di Giorgio Fasana, proprietario dell’ottocentesca Villa Belinzaghi di Cernobbio. «Sono stufo di veder girare gente qua dentro - sbotta Fasana, - Basta! Adesso questa villa me la tengo tutta io. In fondo ci sono affezionato. Siamo qui da 170 anni, perché mai dovremmo andarcene?». È un tormentone che si chiude. E la fine della trattativa con il premier, iniziata poco più di un anno fa, sta tutta in una carta bollata, arrivata da Milano, con la firma dell’amministratore unico dell’immobiliare "Due Ville" di Segrate, in risposta a una, altrettanto bollata, partita da Como, con destinazione la residenza del Cavaliere ad Arcore. Poche righe che attestano la restituzione di oltre 4 milioni di euro, da parte di Fasana, alla società legata a Berlusconi che li aveva versati, nell’agosto scorso, al momento del contratto preliminare d’acquisto. Che cosa abbia davvero mandato all’aria  la trattativa nessuno lo vuol dire. Fasana, guardando altrove, borbotta soltanto: «Il contratto si è dimostrato completamente irregolare» e si lascia pure sfuggire un enigmatico: «Se la trattativa l’avessimo condotta direttamente noi, io e Berlusconi, probabilmente l’affare sarebbe andato in porto». L’allusione è chiara e punta il dito sui mediatori dell’una e dell’altra parte.

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