Rovello, bidoni di Cesio
da 26 anni in azienda
Forse è la volta buona

Sopralluogo alla fonderia Premoli per verificare

le operazioni di trasbordo del materiale contaminato

Sopralluogo alla fonderia Premoli dei tecnici di Arpa e Ispra per valutare la situazione dei trenta bidoni di materiale ferroso, contaminato da Cesio 137, che si trovano da circa ventisei anni in uno dei capannoni dell’azienda, sia pure perfettamente stoccati e in sicurezza. Presente ai rilievi, in rappresentanza del Comune, anche il sindaco Gabriele Cattaneo. L’iniziativa è il primo passo della realizzazione del progetto, allo studio da parte della Regione che ha già stanziato 47 mila euro, per rimuovere e stoccare altrove i bidoni in questione. A breve sarà organizzato un nuovo vertice, con i responsabili di tutti gli enti interessati alla complessa ed articolata operazione. Anche dalle ultime verifiche non risulta siano emersi particolari rischi per quel che riguarda la salute pubblica.

Una storia infinita. Nella primavera del 1990, nel corso di alcuni controlli di routine, furono rinvenute delle tracce di Cesio 137: risalendo dal Po al Lambro, al Lura i geologi e tecnici dell’allora Pmip milanese arrivarono alla fine ad individuare una vasca di decantazione della fonderia rovellese (che era rimasta poi chiusa per circa un anno per consentire tutte le bonifiche necessarie) dalla quale le acque defluivano nel torrente Lura. Da allora, come detto, gli scarti metallici contaminati sono sempre rimasti allo stesso posto, in attesa di un trasferimento che fino ad oggi non è mai arrivato.

L’articolo completo su La Provincia del 9 marzo

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