Uggiate, le canzoni di de Sfroos
diventano una tesi da 110 e lode

Patrizia Tattarletti, 25 anni, ha intervistato l’artista setacciando la sua opera

Davide Van De Sfroos, il suo dialetto, la sua letteratura e il mondo rappresentato sono i soggetti di una tesi di laurea da 110 e lode all’Università Statale di Milano.

Dialetto sdoganato e “summa cum laude” per Patrizia Tattarletti, laureata in lettere moderne poche settimane fa con una tesi inaspettata, un tassello che forse mancava alla biografia del cantautore con le radici sul lago e la fama nazionale: «De Sfroos in quel luogo oltre i luoghi: analisi della lingua delle canzoni di Davide Van De Sfroos».

È il titolo del lavoro in 190 pagine della dottoressa Tattarletti, 25 anni, che ha intervistato il cantautore, ma soprattutto ha passato al setaccio decine di canzoni, anche quelle cosiddette minori, cioè meno note al grande pubblico che non ha una collocazione geografica precisa.

Chissà com’è, il dialetto di Van De Sfroos lo capiscono tutti e lo cantano. Non è più figlio misconosciuto di un dio minore, con la benedizione del relatore della tesi, il professor Edoardo Buroni e del correlatore, il professor Giuseppe Polimeni.

«Dal momento che conosciamo l’italiano, possiamo anche ricominciare a parlare dialetto, utilizzato per rimarcare la provenienza regionale e provinciale, per definirsi e per identificarsi – osserva la neo dottoressa che aggiunge– Ma il dialetto non rappresenta solo la cultura di un paese, è storia linguistica».

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