Parker Itr, nuova crisi
in cassa integrazoni 410 addetti

L'azienda di Veniano ha annunciato a sorpresa il fermo della produzine per un crollo degli ordinativi. Intanto sul territorio sono già 89 le imprese con aperta l'integrazione salariale. In mobilità 1.100 lavoratori.

Si apre un’altra crisi per l’industria comasca: questa volta ad essere colpita dalla recessione che avanza è la «Itr Parker», multinazionale Usa con sede a Veniano, azienda produttrice di tubi, che ha annunciato la cassa integrazione ordinaria per 410 lavoratori su 550 dipendenti, a partire da lunedì. La Itr è solo l’ultima azienda ad essere travolta su un territorio che - dai dati Cgil diffusi ieri - presenta un conto salatissimo per l’occupazione: 89 sono le aziende in cassa integrazione, 4.434 i lavoratori coinvolti con 214 in cassa integrazione straordinaria, altri 138 già licenziati e almeno 1.179 in mobilità, procedura anticamera del licenziamento. «Il segnale allarmante arriva proprio dalla crisi Itr - ha spiegato Stefano Orrigoni, segretario Femca Cisl -, un’azienda che ha sempre investito e assunto. I contratti a termine non saranno rinnovati e sono già 30 persone che perdono subito il lavoro. A luglio si doveva investire, poi a settembre la notizia dei primi 250 lavoratori in cassa integrazione. Nell’incontro di mercoledì scorso è stato annunciato l’aumento del ricorso all’integrazione salariale per altre 160 persone». L’azienda ha di fatto fermato la produzione, riducendo le turnazioni, già previste, da tre a due giorni e assolvendo solo agli ordinativi minori. «Aspettiamo gennaio - ha sottolineato Orrigoni -. Minacciano la chiusura definitiva di una turnazione. Se accadrà significherà nuovi esuberi». L’allarme rientra nel quadro di recessione che sta coinvolgendo l’intero sistema provinciale. Dai risultati di una indagine campione diffusa dal direttivo Cgil, emerge una vera impennata delle aziende coinvolte dalla cassa integrazione ordinaria e dall’assorbimento delle ore di straordinario. I dati sono riferiti ai mesi di settembre e ottobre: 89 le aziende, nell’intera provincia, che hanno attivato la cassa ordinaria per 3.252 lavoratori, mentre per 1.152 persone è in corso la cassa integrazione straordinaria unita alla mobilità. Il quadro maggiormente allarmante è quello del comparto tessile, dove alle 55 aziende con procedure attive di cassa ordinaria per 2.040 dipendenti, gli esuberi già dichiarati sono 143 e la cassa integrazione straordinaria e mobilità già avviata è per 352 lavoratori, si è aggiunta, negli ultimi due giorni, la richiesta di Cgo, da parte di altre due tessiture e di una stamperia. La crisi travolge anche il settore metalmeccanico, inquieta il legno arredo ed agita gli animi degli addetti di commercio e servizi, che con l’inflazione al 3,8% ha subito un forte ridimensionamento dei consumi. Le aziende metalmeccaniche interessate sono 13. In realtà la crisi era già stata preannunciata all’inizio dell’anno, con l’avvio della cassa integrazione straordinaria e mobilità per 130 dipendenti, sino al novembre 2009, della Ffl di Dongo, a cui si è aggiunta la Gasfire di Erba. Senza tener conto dei 170 dipendenti della Sisme di Olgiate Comasco, per i quali sono in corso le trattative tra enti e parti sociali, per la richiesta della cassa integrazione straordinaria, a partire dal prossimo anno. «La preoccupazione - ha spiegato Dario Campostori, segretario Fiom - riguarda l’aumento delle richieste di Cgo. Fenomeno che indica la necessità di sostenere le aziende, dall’altra rilanciare i consumi con interventi sui salari, come la detassazione della tredicesima». Anche il comparto del legno arredo guarda al 2009 con preoccupazione. Su 8.000 addetti, in tutta la provincia, ben 9 aziende sono ricorse alla Cgo per 152 lavoratori e la mobilità per 18 persone. «La crisi c’è - ha dichiarato Marco Fontana, responsabile Fillea Cgil - il ricorso alle procedure di Cgo, come strumento di risposta alla crisi internazionale dei consumi, unito alla riduzione delle ore di straordinario è un segnali d’allarme». «Anche nel commercio c’è timore - ha spiegato Alessandro Tarpini, segretario Cgil per il commercio e i servizi -. Riceviamo numerose telefonate di dipendenti dei negozi che chiedono cosa accadrà. La sensazione è che molti stiano stringendo i denti». La necessità di ulteriori ammortizzatori sociali è stata sostenuta con decisione dal direttivo Cgil. «Il mondo della piccola impresa e dei lavoratori - ha precisato Amleto Luraghi, segretario Cgil Como - assunti con contratti a termine non sono tutelati. Solo il 28% dei lavoratori è impiegato in aziende al di sopra dei 49 dipendenti. «La crisi si allarga e la ricaduta sull’indotto è un dato difficile da calcolare e da ammortizzare», ha concluso Franco Santambrogio, segretario Cgil.
Amalia Barbara Di Bartolo

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