Più sicurezza in Italia
Maroni lancia il "modello Nord"

Il Viminale parte dall'esempio di Varese e Trieste per indicare la nuova strategia per il controllo del terriotorio: integrazione tra forze di polizia locali e nazionali, interventi dei sindaci nelle aree degradate e centralini unificati per le emergenze 

L'aveva detto a Varese, dove è stato sperimentato un patto biennale sulla gestione della sicurezza del territorio tra forze dell'ordine ed enti locali, e l'ha ribadito facendo riferimento ai centralini unificati via web per le emergenze sperimentati a Trieste: Roberto Maroni parte dalle iniziative sul territorio per dettare al resto del Paese le strategie per prevenire il crimine e il degrado.
Il nuovo programma del Viminale prevede l'integrazione e il coordinamento tra le attività della polizia locale e quelle delle altre forze dell'ordine.
Ai sindaci spetta poi il compito di intervenire sul degrado urbano, recuperando le aree a rischio e garantendo una maggiore copertura dei centri e delle periferie tramite le telecamere.
Da Trieste Maroni vuole mutuare l'idea di mettere in rete i centralini di emergenza (112, 113 e 115), senza anticipare però l'Ue, che vorrebbe unificare le chiamate sul solo 112.
Altro elemento fondamentale è il controllo delle vie d'accesso ai valichi di frontiera: il Trattato di Schengen, entrato in vigore anche in Svizzera, fa venire meno i controlli di confine e quindi gli agenti impegnati alle frontiere potranno essere ridislocati sulle arterie principali per controllare i transiti.
Insomma, il principio più generale è quello di recuperrae il maggior numero possibile di agenti sul territorio, sottraendoli ai turni d'ufficio. Anche in questo senso Maroni ha apprezzato l'idea di fare svolgere ai militari i pattugliamenti nelle aree più critiche del Paese, tant'è che questa pratica verrà estesa nel maggior numero possibile di città.
E non esisterebbero, sempre secondo il ministro dell'Interno, neppure problemi di copertura finanziaria, visto che sarebbe possibile recuperare fondi tramite la lotta agli sprechi.
Spostandosi poi sul fronte della minaccia del terrorismo islamico, dopo i due arresti di Milano il Viminale intende estendere anche ai centri musulmani le norme previste dalla "Legge Mancino" sul razzismo: ovvero la possibilità di imporre la chiusura immediata di quelle associazioni che promuovono l'odio antioccidentale.
Mentre si infiamma la polemica sulla proposta della Lega non solo di bloccare la costruzione di nuovi luoghi di cultio islamici, ma anche di schedare gli imam, i leader religiosi musulmani.
Insorgono l'opposizione, la sinistra e le minoranze religiose, mentre il Vaticano non vede nulla di scandaloso nel monitorare l'attività dei luoghi di culto islamici.

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