Piazza Cavour finisce a mollo
e altri guadagnano con l'elettricità

Agli impianti idroelettrici a valle +10% di acqua rispetto all'anno scorso

COMO Il livello del lago è in discesa, ma rimane sulla soglia d’attenzione: all’idrometro ufficiale oscillava sui 110 cm sopra lo zero, mentre l’immissario principale, l’Adda, resta gonfio, ben oltre la normalità a Morbegno e a Fuentes, con un apporto intorno ai 400 metri cubi al secondo. L’uscita è superiore del 20% e le dighe di Olginate restano completamente spalancate. Schivata l’esondazione, è il momento dei conti e spunta il dubbio che tutto il traffico dell’acqua di questi mesi abbia avvantaggiato i gestori dei bacini idroelettrici. Lo dicono i grafici dell’Autorità di Bacino del Po: dall’inizio dell’anno, settimana dopo settimana, le dighe di montagna hanno continuato a riempirsi ed ora sono al 70% della loro capacità, pari a 360 milioni di metri cubi d’acqua. Ha piovuto di più ed hanno invasato di più. Ma stanno anche turbinando di più, cioè stanno mandando acqua agli impianti idroelettrici sub lacuali attraverso l’Adda e, stando al grafico, almeno il 10% in più di acqua rispetto all’anno scorso, alternativa al petrolio e ad altre fonti energetiche in discussione. Lo stanno facendo adesso: da marzo a metà giugno, ne hanno impiegata meno rispetto a un anno fa. In primavera, dunque, ha fatto scorta il Consorzio dell’Adda, in previsione di una stagione di siccità e la previsione s’è rivelata fallace. E hanno fatto scorta i gestori dei bacini per produrre e vendere energia in estate. Poi ha piovuto, è stata immessa acqua per le turbine, è arrivato il nubifragio che ha lasciato il posto a un altro su un territorio già imbevuto d’acqua e su un lago che rappresenta il 3%  di tutto un bacino imbrifero. Sull’altare del sacrificio per acqua alta, è finita la città di Como, l’anello più debole della catena e che non è rappresentata da nessuna parte, né presso l’Autorità di bacino del Po, né presso il Consorzio dell’Adda, né presso i gestori. 

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