Pininfarina, svolta dopo la tragedia
La presidenza al fratello Paolo

Il consiglio d'amministrazione nella prima riunione dopo la tragedia ha nominato i nuovi vertici dell'azienda. La guida è stata assegnata al fratello di Andrea Paolo. Nominati anche due nuovi direttori generali. Confermato il piano industriale e l'alleanza societaria e industriale con l'indiana Tata.

Il primo consiglio di amministrazione senza Andrea per la Pininfarina è anche quello dove lui è più presente che mai. Nei valori di integrità, umiltà e lealtà che la famiglia riafferma e nei risultati di bilancio, che la squadra di manager stretta intorno a lui ha contribuito a raggiungere assumendo ora le deleghe operative che furono sue per portare avanti il piano industriale e finanziario del gruppo che prevede tra l'altro il progetto dell'auto elettrica. E in Borsa la speculazione fugge dopo il boom di ieri facendo perdere al titolo il 2,22% a 7,44 euro.
A Cambiano, dove domenica era allestita la camera ardente, i fratelli raccolgono il testimone: Paolo viene nominato presidente e Lorenza vicepresidente vicario ma è al direttore generale Silvio Angori e al Gianfranco Albertini rispettivamente direttore generale e direttore finanziario che vengono assegnate le deleghe. Al primo quella per tutte le attività operative, l'attuazione del piano industriale e la delega per tutte le partecipate (ad eccezione di quelle per le attività di design e per Pininfarina Extra attribuite a Paolo e per la comunicazione a Lorenza Pininfarina) al secondo quella per finanza e amministrazione. Un «segno di continuità aziendale» è il messaggio che la famiglia vuol dare. «Con il consiglio - ha dichiarato il neo presidente Paolo - abbiamo immediatamente risposto alla tragica emergenza della scomparsa di Andrea dando fiducia alle persone che hanno collaborato con mio fratello». «Il mio impegno - ha aggiunto - è che il programma per lo sviluppo tracciato da mio fratello continui nei tempi e con le modalità già indicati con il rafforzamento di tutte le componenti della società». Il solco è dunque già tracciato: in autunno l'aumento di capitale già approvato dall'assemblea e l'ingresso, annunciato ad aprile dallo stesso Andrea, di Vincent Bollorè e Ratan Tata che hanno già manifestato interesse a sottoscrivere l'operazione, e con loro Alberto Bombassei (Brembo), Piero Ferrari, il figlio del fondatore della casa modenese, e la famiglia Marsiaj, altro nome di rilievo nel panorama della componentistica automotive mondiale.
Anche i conti si possono leggere nel segno di Andrea: un anno e mezzo fa aveva creato una nuova squadra di manager che lo ha accompagnato nelle operazioni più importanti e i risultati approvati ora dal cda sono già il frutto di quel lavoro. Il semestre si chiude con il miglioramento della perdita ridotta da 21,2 a 14,1 milioni di euro. In calo anche il valore della produzione (-8,8% a 345,2 mln) a causa di 791 vetture fatturate in meno rispetto al 2007, a mix di allestimenti e conguagli di prezzo. Il margine operativo lordo però è cresciuto del 10,1% a 19,1 mln. In miglioramento anche la posizione finanziaria netta, negativa per 198,1 milioni di euro (235 mln al 31 marzo 2008). Questo non basta ad evitare il taglia nelle previsioni per fine anno sul valore della produzione (-16% a 560 mln euro) su cui pesa «il generale andamento del settore automotive europeo e mondiale». Confermata invece la previsione di un valore positivo del margine operativo lordo (oltre il 5% del valore della produzione) mentre il risultato operativo è previsto ancora negativo.

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