Posta buttata nei campi a Milano
I sospetti arrivano fino a Como

Nel mirino l’azienda di Campobasso che ha vinto l’appalto per il recapito delle raccomandate sul Lario

Soffia da Milano il vento dello scandalo e sfiora Como per un comune denominatore con la metropoli. È la Cooperativa Act di Campobasso, che svolge dal primo ottobre nella nostra città il servizio di recapito delle raccomandate e delle assicurate di Poste Italiane. Finora è soltanto un nome sussurrato, una coincidenza e sono gli stessi sindacati comaschi a chiedere cautela e di aspettare le conclusioni degli accertamenti in corso, prima di puntare il dito indice contro qualcuno.
Di fatto, a Milano sono stati trovati «chilogrammi e chilogrammi» di lettere, cartoline, multe, bollette ed altri atti ammassati e la pesata è ancora in corso, com’è in corso l’indagine. Il recente appalto è stato vinto da chi si era sempre occupato di “derattizzazione, manutenzioni cimiteri, somministrazione di bevande alle mense scolastiche, facchinaggio”, come Carlo D’Angelo, imprenditore molisano che a "La Provincia" ha dichiarato: «Che male c’è a lavorare? Sono figlio di contadini, sono rimasto disoccupato, non sono riuscito a vincere concorsi e mi sono adattato a fare tutto quello che potevo, con onestà». E lui che ha partecipato alla gara d’appalto delle Poste e l’ha vinta per Baggio-Corvetto nel milanese. E per Como città.
I sindacati hanno chiesto una verifica non solo sui responsabili dell’abbandono di corrispondenza, ma anche sui requisiti delle ditte vincitrici. «A Como, la dice lunga il fatto che la cooperativa dovesse cominciare il primo ottobre a recapitare raccomandate e assicurate. Invece, lo sta facendo solo per le grandi utenze. Ai privati, recapiterà dal primo novembre. Stiamo monitorando la situazione e confidiamo che lo faccia anche Poste Spa, accentuando l’attenzione sul servizio», dice Leonardo Palmisano, Cisl.

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