Prezzi record, stipendi fermi
Como si ritrova più povera

Cassiere, insegnanti, autisti, infermieri e operai fra le professioni con le retribuzioni più basse. E il costo della spesa corre di più, un +5% contro il 3.5 dell'inflazione in Italia.

Como - Le case tra le più care d'Italia, il costo della vita che corre più dei prezzi di molte città, la spesa che costa almeno il 5% in più. Non per tutti, certo, visti gli ultimi redditi dichiarati. Ma per molti, Como è la città che paga anche gli stipendi più bassi. Atro che salari legati alla produttività. Il meccanismo salta quando si confrontano le retribuzioni di Como con quelle di altre città d'Italia. E il sistema va in tilt quando di profili professionali fra i più diffusi come gli autisti di bus, cassiere di supermarket, infermiere, insegnanti. Lavoratori dipendenti che spesso si trovano a guadagnare meno di propri colleghi di città anche come Milano o Roma dove il costo della vita o è agli stessi livelli o addirittura inferiore. Como è certo una città cara. E molti sono gli indicatori che danno ragione di questo primato con cui molte famiglie devono lottare ogni giorno. Prendiamo la casa: i livelli dei prezzi nel capoluogo ne fanno ormai veramente un bene di lusso. L'ultimo borsino immobiliare indica che il prezzo medio in centro città tocca quota 4mila euro al metro quadro. Un valore già molto elevato, ma in realtà nelle trattative private il prezzo sale ancora e non così raro chiudere contratti a quota 8-10mila euro al metro quadro. Valori che nell'ultimo rapporto di Scenari Immobiliari in ben poche città d'Italia - e anche qui per particolari palazzi di pregio o storici - si possono ritrovare questi livelli di prezzo per gli immobili. Valori che scendono di poco per gli immobili della «cintura» intorno alla città, tanto da registrare negli ultimi sette anni incremento fino al 60%. Non c'è altrettanta competizione quando si fa la spesa: i prezzi a Como crescono ad un ritmo del 3,5% contro il 3,3 d'Italia. Così chi lavora nel pubblico impiego si ritrova a fare i conti più di altre categorie per via di stipendi ancora più bassi di colleghi di altre città. Solo l'autista dei bus di Asf (l'ex Spt), è in linea con i suoi colleghi di altre città, a 1.200 euro al mese, ma in quasi tutte le città sono aggiunte fra un minimo di 12 e un massimo di 50 ore di straordinario. Buste paga identiche, è inevitabile, per gli insegnanti a 1.10 euro al mese. Mentre per gli operai, un quinto livello metalmeccanico può contare al massimo, come da contratto nazionale, a non più di 1.100 euro al mese che riesce ad arrivare a 1.300-1.400 se può vantare un buon contratto integrativo aziendale. Ma il comasco non è territorio di grandi aziende, e quindi di una contrattazione integrativa particolarmente diffusa fra le piccole aziende. La mappa geografia della busta paga che più fa indispettire è sicuramente quella degli infermieri. Una categoria già al centro di molte attenzioni. Primo, perché la vicina Svizzera non esita a richiamare un vero e proprio esercito a colpi di retribuzioni a volte anche ben oltre il doppio di quanto potrebbero guadagnare al di qua del confine. Secondo perché, la Regione Lombardia, per questa categoria ha appena riservato nuove risorse attraverso un accordo sindacato confederale per garantire stipendi più alti almeno in Lombardia. Questo attenua di poco, però, le forti differenze - qualcuno ha anche sancito che quegli aumenti regionali alla fine si sono risolti in 60 centesimi in più al giorno - che comunque esistono forti con altre città italiane: e lavorare al Sant'Anna oggi frutta una retribuzione fra le più basse. A fine mese si va fra i 1.138 e i 1.298 euro, compresi indennità e accessori. Contro 1.560 di Torino o i 1.600 di Reggio Calabria i 1.580 di Milano. Como resta indietro, nonostante si parta da 1.896 euro lordi (dopo 10 anni di anzianità) e 400 euro lordi di indennità e accessori contrattuali. Stessa situazione per le cassiere dei Super, che intasca decisamente meno, fra i 100 e i 150 euro al mese, rispetto ai suoi colleghi di altre città per uno stipendio che a Como alla fine si ferma a 900 euro. E chi meglio di loro sa quanto poco valga il potere d'acquisto.
Simone Casiraghi

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