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Martedì 08 Aprile 2008
Prostituta per necessità:
annullata l'espulsione
Così ha deciso un giudice del Tribunale di Como nei confronti di un'avvenente colombiana alla quale la questura aveva annullato il permesso di soggiorno
Non basta fare la prostituta, per essere espulsa. Soprattutto se si è sposati con un italiano. Lo ha stabilito un giudice, accogliendo il ricorso presentato da una cittadina colombiana contro l’annullamento della carta di soggiorno avviato dalla questura che contestava alla donna di svolgere l’antico mestiere e di essere fuori casa quasi tutta la settimana, weekend esclusi. Prostituta per necessità, più che per scelta, ci tiene a chiarire il legale della donna, l’avvocato comasco Francesca Binaghi. Perché con un figlio minorenne e un lavoro svanito nel nulla sia per lei che per il marito l’unico introito possibile era accettare il consiglio di una connazionale: «Vieni a Como, affitta una camera e metti un avviso sui giornali specializzati. Vedrai: i clienti non mancano». E i clienti, in effetti, non sembrano essere mai mancati.
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