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Mercoledì 13 Agosto 2008
"Niente visita a domicilio?
La responsabilità è del pediatra"
Roberto Antinozzi, direttore generale dell'Asl - fa chiarezza sul controverso punto. Niente da fare per l'insediamento di un terzo medico nel territorio che gravita su Cernobbio
CERNOBBIO - Niente da fare per l’insediamento di un terzo medico pediatra nel territorio che gravita su Cernobbio e comprende anche i comuni di Maslianico, Moltrasio, Carate Urio, Laglio e Brienno. Se non altro, dopo l’intervento del sindaco Simona Saladini, l’Asl, per bocca del direttore generale Roberto Antinozzi, fa finalmente chiarezza sulla controversa questione delle visite a domicilio per l’assistenza ai bambini malati.
Per le prestazioni riservate agli adulti, i medici di famiglia, per consolidata tradizione, prestano abitualmente visite a domicilio. Mentre i pediatri - secondo quanto esposto dal sindaco di Cernobbio che ha fatto proprie le segnalazioni di tanti genitori - sarebbero assai restii a raggiungere le abitazioni dei bambini da loro assistiti. Nella circostanziata lettera di risposta a Saladini, Antinozzi sottolinea che anche i pediatri sono tenuti a svolgere visite a domicilio: sta però al medico stabilire se dare corso o meno a tale tipo di prestazione, assumendosi tutte le responsabilità di un eventuale suo diniego.
«Il rapporto convenzionale tra servizio sanitario nazionale e pediatri di famiglia - scrive Antinozzi - è regolamentato dall’accordo collettivo nazionale di categoria, valido su tutto il territorio nazionale. All’articolo 46 è espressamente stabilito che l’attività medica viene prestata nello studio del pediatra. Qualora le condizioni cliniche non consentano di trasferire l’ammalato in ambulatorio, l’attività medica viene prestata a domicilio del paziente.
«La visita domiciliare, pertanto - prosegue il direttore generale dell’Asl - viene prestata quando ritenuto necessario dal pediatra. La normativa in vigore assegna al pediatra il criterio di gestione delle visite, ponendo di fatto in capo al sanitario l’assunzione diretta di responsabilità oggettive e soggettive in caso di eventuali omissioni». Parole chiare, in aggiunta alle quali Antinozzi sottolinea che «l’Asl ha sicuramente il compito di un’attenta e puntuale vigilanza sull’attività del pediatra di famiglia. Ma non è tenuta a valutare la scelta discrezionale del sanitario sulla tipologia della visita».
Marco Luppi
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