"Stop alle nuove province"
Finanziaria, Monza rischia

La nuova provincia di Monza potrebbe rischiare di non nascere. Un'ipotesi allo studio nella Finanziaria prevede il blocco per non gravare sulla spesa pubblica. Protesta la Lega Nord: chi farà questa scelta la pagherà politicamente

Per ora non parla delle misura più scioccante, quella di una possibile abolizione delle province. Ma i tecnici del governo starebbero studiando un'altra ipotesi: quella di imporre uno stop all'istituzione delle nuove province già individuate da due leggi del 2004.
Se una scelta del genere fosse confermata, sarebbe a rischio la nascita della nuova provincia di Monza, che ricomprende parte della Brianza e della cintura milanese.
Contro questa possibilità insorge il senatore della Lega Nord Cesarino Monti, fra i "padri" della nuova provincia due legislature fa. 
"Credo che sia più una elucubrazione tecnica che una decisione politica quella di abolire la provincia di Monza che è talmente avanti in questa fase dove addirittura già ci sono le targhe" ha reagito.
"La provincia di Monza è una delle più grandi d'Italia - ha spiegato Monti - e una ipotesi del genere è un colpo per monzesi e briancoli. Siamo solo in attesa: chi farà questa scelta la pagherà politicamente e pesantemente". Monti si augura che queste siano sono delle "ragioni tecniche" e non "ragioni politiche". "Non dimentichiamo - rileva Monti - che Berlusconi è brianzolo e non credo tradirà la sua terra. Piuttosto - conclude il senatore del Carroccio - se si vogliono risparmiare e difendere un pò di spiccioli, per queste nuove quattro province si possono anche non fare le prefetture, che la stesse legge non obbliga".



 e niente stabilizzazione per i precari della P.a. che si vedrebbero però riconosciuto il lavoro svolto in termini di 'punteggiò per partecipare a concorsi per assunzioni a tempo indeterminato: sono alcune delle ipotesi su cui si sta ragionando in queste ore in vista della messa a punto della Finanziaria 2009. La prossima settimana la manovra complessiva dovrebbe così prender forma dopo una scrematura di tutte le proposte arrivate in questi giorni sul tavolo del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Il percorso, più volte ribadito dal Governo, è quindi quello di presentare al consiglio dei ministri della settimana tra il 16 e il 22 giugno un pacchetto di misure che dovrebbero avere diversi 'contenitorì: un decreto da approvare subito, uno che potrebbe arrivare a settembre, la Finanziaria vera e propria (che dovrebbe essere molto più asciutta), il Dpef che segnerà la strada per il prossimo triennio e infine alcune deleghe al Governo. Tra i vari provvedimenti arriverebbe anche la stretta fiscale sulle banche e sui profitti dei petrolieri come più volte ribadito dal ministro Tremonti. I numeri macro sono già noti: il premier, Silvio Berlusconi, parlava pochi giorni fa di un deficit per l'anno in corso al 2,5% mentre le leggi finanziarie da qui al 2011 dovrebbero avere un impatto annuo di circa 12 miliardi per complessivi 36 miliardi alla fine del periodo. Questo consentirebbe all'Italia di centrare il pareggio di bilancio nel 2011, cioè un anno prima di quanto richiesto da Bruxelles.

© RIPRODUZIONE RISERVATA