Rapina sull’Autolaghi
Il teste chiave non parla più

Tanti «non ricordo» nella deposizione del grande accusatore

«Ho portato io il tir fino a Turate, ma con l’assalto non c’entro»

La sua deposizione è stata un continuo «non ricordo», ripetuto come un mantra. Anche se, in realtà, lui per il caso giudiziario della rapina milionaria ai portavalori di Turate è già chiuso.

Massimiliano Milano, 38 anni, è in sostanza il grande accusatore di Giuseppe Dinardi, 51 annii, presunto organizzatore e mente della maxi rapina ai furgoni portavalori in autostrada dell’otto aprile 2013.

Milano ha patteggiato per i reati di furto e ricettazione. «Io ho già pagato per quello che ho fatto» ha insistito Milano, accusato non tanto di avere partecipato direttamente alla rapina, ma di avere contributo a ideare il colpo, come dipendente e amico di Dinardi.

«Facevo il muratore - ha raccontato in aula - lavoravo per lui da sette anni. Ma avevo bisogno di soldi, perché facevo uso di cocaina, e allora ho guidato anche i mezzi della ditta».

Della rapina, Milano ha ribadito di averne saputo in televisione. «Mi sono spaventato - ha spiegato - perché io avevo guidato un tir fino a Turate qualche tempo prima. Poi, lo stesso mezzo, l’ho rivisto in televisione. Era quello della Beta-Trans». Fin qui il racconto di Milano è coerente con quanto già riferito nei tre interrogatori ai quali era stato sottoposto tra giugno e luglio del 2013. La storia successivamente si ricopre della foschia creata dalle centinaia di snervanti «non ricordo». «Qualche giorno dopo andai da Dinardi e litigai, proprio per quel camion - ha dichiarato - Io pensavo di finire nei guai perché avevo guidato quel camion, ma Dinardi mi disse che stavo impazzendo e che dovevo dimenticare quella storia.

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