Rimborsi d'oro, i finanzieri tornano a Villa Saporiti

La Provincia non aveva consegnato tutti gli atti richiesti
La procura ha anche sentito persone informate sui fatti

Non è piaciuto, in procura, il braccino corto di chi a Villa Saporiti aveva il compito di consegnare tutti gli atti riguardanti i rimborsi spese dei membri della giunta. Soprattutto perché, sul tavolo del magistrato titolare dell’inchiesta su un possibile abuso nella compilazione della nota spese da parte degli assessori provinciali, non erano finiti tutti gli atti richiesti. La guardia di finanza torna in via Borgovico, nella sede dell’amministrazione provinciale. Lo ha fatto nei giorni immediatamente precedenti Natale, su mandato del sostituto procuratore Mariano Fadda. Il pubblico ministero - dopo quello di metà ottobre - ha firmato un secondo decreto di esibizione di atti indirizzato agli uffici di Villa Saporiti. Nella rete delle fiamme gialle sono finite tutte le pezze giustificative presentate dagli assessori provinciali per ottenere rimborsi: non solo per i chilometri percorsi con la propria auto, ma per ogni spesa sostenuta per cause di servizio.
I finanzieri non si sono limitati a rifare visita all’ente di via Borgovico. Nelle ultime settimane, infatti, l’indagine ha subito un’accelerata e le fiamme gialle si sono presentate in tutti i comuni di residenza degli amministratori di Villa Saporiti per ottenere notizie sulle loro dimore. La stragrande maggioranza dei chilometri percorsi per causa di servizio, infatti, gli assessori li hanno consumati coprendo la distanza da casa al "lavoro", ovvero l’ente di via Borgovico. Per questo motivo nella hit parade dei rimborsi più onerosi compaiono il forzista Ivano Polledrotti di Sorico (19.541 euro in un anno) o l’ex vicepresidente di An (ora vicesindaco di Como) Francesco Cattaneo (14.723 euro) che ha casa a Origgio e a Rovellasca, oltre che una a Como, per la precisione a Monte Olimpino.

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