Homepage
Venerdì 05 Dicembre 2008
Scorie sotto il campo
Allarme al Sinigaglia
Como: un'inchiesta di Rainews24: residui di industrie e materiali tossici. C'è un collegamento con i casi di Sla?
COMO Quanto può essere dannoso il prato del Sinigaglia? E quali possono essere i possibili collegamenti fra il campo di gioco e l’insorgere della Sla, la sclerosi laterale amiotrofica? Interrogativi a cui sta cercando di dare risposte Raffaele Guariniello, il magistrato torinese che, sul tema dell’incidenza della Sla nel calcio, ha aperto nei mesi scorsi un’inchiesta. Inchiesta comparativa, che sta toccando anche altri sport, come ciclismo e basket, discipline dove non sono sttai registrati casi acclarati di Sla, il male che ha colpito Stefano Borgonovo, e che nei calciatori professionisti ha un’incidenza di 6,5 volte superiore alla media nazionale. Un’inchiesta di Rai News 24 andata in onda ieri sera (ma visibile anche al sito www.rainews24.rai.it), ha messo in luce fatti nuovi. Legati all’uso indiscriminato, soprattutto negli anni ’70 e ’80, di diserbanti, veleni, addirittura vernici verdi per il maquillage dei campi.
Ma c’è qualcosa di nuovo, che toccherebbe anche il Sinigaglia. Non solo il manto, ma anche il substrato potrebbe avere delle incidenze sullo scatenarsi della Sla. Gli archivi del Comune di Como e le ricostruzioni fatte dal giornalista Angelo Saso lasciano pochi dubbi: il Sinigaglia, in profondità, è pervaso da tre livelli. Un fondo di pietrisco, uno strato di 10 centimetri di residui della combustione del carbone e un terzo livello formato per il 50% da scorie fini di residui delle locomotive, più un 10% di scorie di industrie elettriche, infine sabbia e argilla. Materiali in uso molti anni fa, estremamente tossici, ricchi di cadmio, silicati di calcio, cromo, nichel, manganese e piombo. Materiali largamente utilizzati sui campi di calcio, nei decenni scorsi, come drenanti a costo zero, perché conferiti gratuitamente dalle fonderie. E la zona dello stadio, nei primi anni del ‘900 fu un crocevia di traffici, con barconi in arrivo dalle fonderie di Dongo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA