Sisme si trasferisce all'estero
Tagliati 130 posti di lavoro

E' iniziato il trasferimento in Slovacchia delle quattro linee produttive della Sisme di Olgiate Comasco. L'annuncio dell'azienda è stato accompagnato anche dal piano di riduzione del personale: 130 dipendenti perderanno il posto.

Como - A casa 130 lavoratori della «Sisme» di Olgiate Comasco, storica azienda produttrice di motori elettrici, guidata da Antonio Costantini e oggi con 850 dipendenti. I tagli, annunciati al sindacato dall’aziedna, sono conseguenza del trasferimento di quattro linee di produzione nel nuovo stabilimento in Slovacchia.
«Sono in corso le trattative - spiega Alberto Zappa, segretario provinciale Fim Cisl - per ridurre al minimo l’impatto occupazionale. La delocalizzazione è stata il frutto di una scelta obbligata, dettata dalla guerra in atto nel mercato del rame, materia prima dei motori elettrici, il cui costo è aumentato due volte e mezzo. E il prezzo di ogni prodotto è dato per il 60% dalla materia prima».
In un documento unitario, i sindacati di categoria, Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, vanno oltre la mera determinazione delle modalità di esubero. La piattaforma base, alla quale hanno aderito l’80% dei lavoratori, a seguito di un referendum fra i lavoratori, punta ad ottenere l’impegno a creare nuove opportunità di investimento nel territorio ed a gestire la ricaduta occupazionale mediante ammortizzatori sociali. «L’impianto della nuova sede Slovacca è oramai terminato. Questo significa che l’esubero per i 130 dipendenti avverrà entro l’anno», ha precisato Alberto Zappa.
Il trasferimento delle linee produttive del semi ermetico sarà graduale, a partire dal mese di ottobre; si prevede che per ognuna sia necessario un periodo di tre mesi. Le richieste del sindacato di categoria mirano innanzitutto ad un preciso piano di sostegno economico dei lavoratori. Verrà avviata, secondo modalità ancora da concordare, la cassa integrazione guadagni straordinaria ed attivato, sulla stessa, il sistema della rotazione per ridurne gli svantaggi economici. La piattaforma prevede inoltre la richiesta di un’integrazione economica a titolo di risarcimento per il mancato reddito.
«Dobbiamo tener conto - spiega Zappa - che la Sisme rappresenta una delle maggiori aziende del nostro territorio. Il bilancio del 2007 si è chiuso con 137 milioni di fatturato. Lasciare a casa 130 dipendenti a regime significa colpire 130 famiglie. E’ necessario un piano di integrazione e incentivazione economica. Sarà richiesta - precisa ancora Zappa - la disponibilità, per alcuni di essi, ad attivare la procedura di mobilità volontaria e, qualora ne sussistano i requisiti, l’accompagnamento alla pensione. Intanto abbiamo già ottenuto l’assunzione di 37 dipendenti con contratti a termine a scadenza. Si pone inoltre la questione del ricollocamento per il quale è necessario un preciso piano formativo in sinergia con l’amministrazione provinciale».
«Quanto meno - ha dichiarato Michele Barresi, segretario provinciale Uilm - ci aspettiamo l’impegno a garantire, da qui a 5 anni, i livelli occupazionali, mediante investimenti nell’olgiatese e la competitività sul mercato. Una strada potrebbe essere quella dell’ideazione di nuovi prodotti. Bisogno tener conto di un dato. Il ricambio annuo dei lavoratori si aggira intorno alle 40 unità ma i numeri sono cambiati e la politica della flessibilità non da più gli stessi risultati».
Amalia Barbara Di Bartolo

© RIPRODUZIONE RISERVATA