Stop alle quattro villette sulla penisola di Lavedo

Il sindaco di Lenno fa marcia indietro: non era uno scempio, ma vedo che i cittadini non hanno capito

LENNO Le villette sulla penisola di Lavedo per ora non si fanno. Villa Balbianello è salva. Il progetto è congelato.
Prima di dare questo annuncio, il sindaco di Lenno è in mezzo ai suoi nemici. Ma quando scende dal palco viene portato in trionfo proprio da Italia Nostra e dalla Cruna sul lago. «Bravo sindaco», è giù pacche sulle spalle. «Grande vittoria», festeggia Fiammetta Lang, presidente di Italia Nostra, che aveva parlato di sindaci incapaci e incompetenti.
«Io non sono né l’una né l’altra cosa - si difende Giovanni Botta -. E non avevo neanche dato i permessi per avere gli oneri di urbanizzazione come mi ha accusato di aver fatto il direttore del Fai. La concessione delle villette era pensata, non era quello scempio del quale mi hanno accusato. Ma ora torno lo stesso sui miei passi perchè ho capito che i lennesi non hanno capito e quindi per ora il progetto è congelato».
La Cruna del lago chiedeva la costruizione di un Plis, parco locale di interesse sovracomunale, e Botta replica che era ben quello l’obiettivo al quale si mirava dando il via libera alle villette.
«Sarebbero sorte in una zona già urbanizzata - precisa il sindaco -, dalla parte opposta di Villa Balbianello. Il proprietario era disposto a costruirle secondo tutti i crismi, non avrebbero rovinato l’ambiente. In cambio il comune sarebbe diventato proprietario dei 30mila metri quadrati necessari per poter procedere alla costituzione del parco. Ne abbiamo 25mila ma il resto sono privati, la mia mossa quindi mi sembrava assennata. Ma visto che non sono stato compreso e che si è scatenata questa campagna mediatica, allora accetterò l’osservazione del Fai alla variante al piano». Si congratula anche l’amico Mauro Guerra, sindaco di Tremezzo, presto nel club dei borghi più belli d’Italia. «Ivincoli sono necessari e bloccare le costruzioni selvagge ha un senso perchè le costruzioni non rispondono al bisogno di case della nostra gente, ma solo alla speculazione edilizia». Botta insiste sul fatto che non era certo questo il caso di speculazione edilizia; ma intanto quel che auspica la rappresentante dell’Unesco Anna Rosa Genovese, il coordinamento tra amministratori e associazioni del territorio, c’è.
Anna Savini

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