Strage di Erba, ricorso respinto
Confermati i giudici di Como

Saranno gli stessi giudici di Como a emettere la sentenza finale sulla strage di Erba. Il ricorso presentato dai difensori dei due imputati, Rosa Bazzi e Olindo Romano, per ricusare i magistrati accusati di manifestare preconcetti nei confronti dei loro clienti, è statorespintop dalla Corte di Cassazione. Il processo ora può ricominciare, prossima udienza il 26 novembre.

Como I giudici non hanno anticipato alcuna sentenza: il processo può ricominciare. La corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano, i quali chiedevano la ricusazione della corte d’Assise di Como, additata di avere dei preconcetti contro i due imputati accusati della strage di Erba. Il dispositivo della sentenza è stato depositato ieri e anche se la decisione non è ancora stata formalizzata nella cancelleria del tribunale di Como, è stata confermata anche dall’avvocato comasco Enzo Pacia. I giudici della Suprema Corte hanno confermato quanto già sentenziato dai loro colleghi della corte d’Appello, che la scorsa primavera avevano rigettato il ricorso presentato dai difensori dei coniugi di via Diaz per sostenere come nell’ultima udienza a Como, prima della chiusura della fase dibattimentale, i giudice dell’Assise avevano anticipato la sentenza di condanna nei confronti dei due imputati. Da qui l’istanza di ricusazione.

La decisione giunta da Roma di fatto chiude mesi di battaglie legali giocate dagli avvocati Pacia, Schembri e Bordeaux a suon di ricorsi. La Suprema Corte, indirettamente, con la decisione di ieri ha dato il via libera all’ultima fase del processo per l’omicidio del piccolo Youssouf Marzouk, di sua mamma Raffaella Castagna, della nonna Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, uccise l’11 dicembre 2006.
Ora, a quasi due anni da quel massacro, il 17 novembre prossimo si aprirà l’ultima fase del processo per coloro che sono ritenuti i responsabili della strage. Finalmente il ritorno in aula davanti alla corte d’Assise di Como, tra un mese e mezzo, non sarà per un semplice rinvio, come già avvenuto per ben due volte tra la primavera e l’estate scorsa, ma per avviare le discussioni finali con dapprima la richiesta di condanna da parte del pm Massimo Astori, quindi le arringhe degli avvocati e infine la sentenza, attesa - se il calendario sarà rispettato - per il 26 novembre.

La Cassazione, prima di respingere la richiesta di ricusazione dei giudici, era già stata chiamata a pronunciarsi sulla strage di Erba. In particolare il 16 luglio i magistrati romani avevano rispedito al mittente l’istanza per chiedere che il processo fosse spostato lontano da Como per via di un asserito clima di odio fomentato dagli speciali sul processo messi in onda da Espansione Tv. I giudici, nelle motivazioni della sentenza depositate nelle scorse settimane, hanno sottolineato che «la libera espressione del pensiero a proposito di vicende socialmente rilevanti, costituisce dato ineliminabile dell’assetto democratico» e che «non può considerarsi vietato e foriero di inquinamento della determinazione del giudicante, l’apprezzamento reso dalla società verso il fatto e il suo trattamento giudiziale».
P. Mor.

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