Supersaldi al 50 % dei prezzi
«Va male e così vendiamo»

Ma Confcommercio avvisa: «Se i conti non tornassero comunque?»

Tutti pazzi per i saldi. Finalmente, ieri si sono visti i negozi affollati come non si vedevano da un bel po’ di tempo. Nemmeno nel periodo prima di Natale, quando impazza la “psicosi” del regalo, i commercianti hanno lavorato tanto. In alcuni punti vendita del centro storico si è formata un coda per tutta la mattinata, fino al punto che per pagare alla cassa bisognava mettersi in fila e attendere un quarto d’ora. È il caso del Tezenis (biancheria intima) in via Luini. Il successo della prima giornata di saldi non stupisce i commercianti che sono arrivati a proporre prezzi dimezzati. Pochi gli sconti del 30%, tantissimi quelli del 40 e 50%. Contenti i negozianti che guadagnano, contenti i clienti che risparmiano e trovano l’occasione. Giansilvio Primavesi, presidente di Confcommercio Como, conferma, ma usa cautela: «I saldi sono iniziati bene, ma aspettiamo qualche giorno per valutarne la riuscita. I negozi hanno bisogno che giornate come questa si ripetano nel tempo e non si esauriscano solo con questo sabato di shopping».

Pochi i negozi d’abbigliamento che scontano la merce al 30%. La gran parte applica riduzioni di prezzi addirittura del 40-50% su tutti i capi. Per qualche commerciante è il segno della crisi, soprattutto della mancate vendite nel periodo pre-natalizio. «L’avere anticipato i saldi al 3 gennaio anziché farli dopo l’Epifania - commenta Ornella Pisciotta, titolare del Gusella di via Luini - è un chiaro segnale. Significa che si è lavorato poco e c’è necessità di recuperare. Noi applichiamo sconti del 40-50% soprattutto perché vogliamo cercare di vendere tutto e non tenere merce in magazzino che l’anno prossimo, a causa del cambio delle mode, rischierebbe di restare invenduta. E devo ditre che la giornata è cominciata bene». Laura Scuffi, responsabile di Marseta in via Indipendenza, condivide questa analisi: «Prima di Natale abbiamo avuto una clientela disposta ad acquistare solo i regali. Oggi, invece, vediamo finalmente clienti intenzionati a fare shopping per se stessi. L’afflusso di gente in negozio per fortuna rispecchia quelle che erano le nostre aspettative». Primavesi invita, però, alla cautela: «Innanzitutto, non è detto che i conti tornino per tutti i negozianti che fanno sconti così alti. Detto questo, un negozio si basa sulle vendite ordinarie non sui saldi».

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