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Mercoledì 02 Luglio 2008
Ticosa, tra i detriti c'era anche il cromo
Il dato è contenuto nelle analisi commissionate da Multi ed è emerso in consiglio comunale
Non solo amianto: le macerie del corpo a “C” dell’ex Ticosa contenevano anche cromo. Le prove sarebbero contenute nel resoconto delle analisi che Multi Development (la società che ha vinto la gara d’appalto per i lavori sull’area della vecchia tintostamperia, ndr) commissionò alla società specializzata Sinesis. Il malloppo contenente i dati che certificherebbero la presenza di cromo e di altri inquinanti fu consegnato all’amministrazione comunale in data 11 giugno 2007 (precisamente 17 giorni prima che la procura mettesse sotto sequestro giudiziario il cantiere Ticosa) ma non è mai arrivato nelle mani di Arpa Lombardia. Secondo il rapporto di Sinesis – che tuttavia non ha validità ufficiale perché non confermato dall’ente di controllo – i detriti della Ticosa contenevano cromo e, dunque, non sarebbero in teoria potuti essere trasportati in normali discariche per inerti ma sarebbero dovuti essere classificati come «rifiuti speciali non pericolosi». Ad affermarlo è stato il consigliere comunale del Pd, Mario Lucini (presidente della commissione urbanistica) che in aula ha chiesto spiegazioni all’assessore all’Urbanistica, Umberto D’Alessandro.
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