Troppe erbacce
dal Faro sparisce il panorama

La scalinata che porta al Faro di Brunate è rovinata, sporca e nessuno taglia le piante. Il risultato: il Belvedere è sparito e i visitatori si lamentano

BRUNATE Un tempo era l’orgoglio del primo bacino del Lario. A contenderselo, Brunate e Como: il primo, infatti, ne vantava la territorialità, il secondo, invece, la proprietà. Peccato, però, che nessuno dei due abbia voce in capitolo sulla gestione di ciò che gli sta attorno. Eccezion fatta per un angolino all’estrema sinistra della balconata di proprietà pubblica brunatese, il bosco ai piedi del Faro Voltiano è per la quasi totalità di proprietà privata. Tradotto, nessuno se ne cura. Su questo scorcio di San Maurizio, piovono le lamentele di chi, turisti in primis, si trova spiazzato davanti a una visuale coperta dalle piante.
Capita così che, dopo una scarpinata a piedi dalla stazione della funicolare fino a monte, i gitanti riescano a godere ben poco di quanto pubblicizzato sulle brochure. Il sindaco Darko Pandakovic risponde alla gente che si lamenta: «Sono anni che cerchiamo, invano, di risolvere il problema. Il terreno si trova sì in territorio di Brunate, ma per la stragrande maggioranza appartiene a privati che non lo curano a dovere. Basterebbe mezza giornata del lavoro di due volontari e e la questione sarebbe risolta. Nei fatti, però, l’inerzia dei privati e le difficoltà dell’azione amministrativa provocano una fase di stallo». Per la verità, già da anni il Comune ha approvato una delibera che impone ai proprietari il taglio delle piante per garantire la vista nei punti più caratteristici del territorio. Nei fatti, l’iter che obbliga al rispetto della deliberazione non è mai scattato. Pericoli anche per la scalinata. Il porfido è staccato in più punti e chi sale rischia di rompersi testa e gambe in caso di caduta. In più un fulmine nel corso degli ultimi temporali ha mandato in tilt il motore che fa girare la lanterna.
Alberto Gaffuri

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