Un magro Natale per la città turistica

Gli albergatori: «In calo americani e viaggi d’affari  E le istituzioni non promuovono al meglio la città»

Se nel mini ponte dell’Immacolata gli albergatori comaschi hanno registrato un numero di clienti in linea con quello delle stagioni precedenti, l’anno che sta per chiudersi viene definito da tutti «negativo». Clima, crisi economica, dollaro debole, elezioni americane e paure internazionali: un mix micidiale per il settore turistico. Gli albergatori parlano di un calo del 10% e denunciano: «A Como mancano iniziative in grado di far presa sui turisti stranieri, per non parlare della promozione istituzionale».
Il presidente degli albergatori, Alberto Proserpio, sostiene: «Il 2008 va in archivio con il segno meno, anche se il quadro è meno fosco di quanto si potrebbe pensare. Hanno sofferto soprattutto le strutture cittadine più grandi, a causa del minor numero di americani in arrivo. Ma alcuni alberghi della Tremezzina hanno lavorato più dell’anno scorso». Quanto alla promozione turistica: «Dovremmo fare meglio, purtroppo ognuno pensa per sé. Bisogna cambiare mentalità, qui si litiga troppo». «Il problema della promozione esiste da sempre - dice il presidente del Consorzio imprenditori alberghieri, Antonello Passera - Non si capisce chi debba farla e il tema non viene affrontato con la giusta incisività, anche se il budget sempre più basso a disposizione degli enti locali non aiuta». La categoria comunque non ha perso fiducia: «In tanti investono e ristrutturano gli alberghi. La crisi? Da metà ottobre in poi il tasso di occupazione delle camere è sceso del 10% rispetto al 2007. Chi ha una clientela straniera di livello alto fatica, mentre le strutture di fascia medio-bassa soffrono meno, perché accolgono coloro che si muovono per lavoro ma devono spendere meno rispetto al passato».

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